“Cuckold Story”
L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…
Autore cucky-ita
Capitolo 30: Divinità.
Mancava poco più di un’ora alle 17.00. Ancora quel maledetto orario; iniziavo a odiare quella sequenza di numeri. Poggiavo i preservativi sul tavolo, vicino alla borsetta di Giulia. Eccola lì, bellissima, mentre ultimava, con cura, i ritocchi sul suo make-up. Quei cosmetici, esaltavano ancora di più il suo splendore, già innato nella sua esteriorità; l’erotismo che sprigionava era davvero forviante. Le altre donne avevano sempre invidiato la sua bellezza acqua e sapone, ma per il tipo di serata, fuori dalle righe, quel look era perfetto. Mi tornava in mente Sonia e il ricordo del suo trucco sbavato. Lo associavo al volto di Giulia, sicuro che la stessa vergogna sarebbe comparsa, anche sul suo viso, a fine serata.
Sbirciavo il suo intimo, perizoma e push-up scuri. Che delusione, speravo di potermi rifare gli occhi con il completino trasparente che le avevo regalato. Voleva tenere il pezzo forte per la focosa stanza dell’hotel. Aveva scelto un abitino griffato di colore nero. Lo aveva acquistato per una precedente celebrazione, al solo fine di eccellere nella sua eleganza; a causa di un improvviso impegno, non le era stato possibile sfoggiarlo. Mi struggeva vederla così curata e raffinata per lui. La gonna cadeva sopra il ginocchio, pensata per evidenziare lo stacco con le parigine scure, che Alessandro aveva preteso che indossasse. Mentre si apprestava a calzarle, restavo ipnotizzato all’idea di scorgere i suoi delicati piedini affusolati, velarsi al passaggio tessuto:
GIULIA: Hai comprato i preservativi? Hey, parlo con te, perché continui a fissare lo smalto dei miei piedini?
IO: Sì, ero solo sovrappensiero, vederti mi ha soggiogato! La voglia di stringerti mi sta assalendo.
GIULIA: Grazie amore, sei dolce, ma non voglio rovinare il trucco. Puoi aiutarmi a mettere i collant? Potresti anche darmi qualche bacetto come ieri, mi piace tanto sentirmi adorata!
IO: Va bene, ti aiuto a indossarli.
GIULIA: Ottimo, prima però, voglio tanti bacini!
Era strana l’atmosfera che si stava creando, ma sentivo il bisogno di venerarla, quasi per allontanare i miei timori e ingraziarmi la sua vanità. Con quanta più delicatezza possibile, coglievo il piede e lo massaggiavo tenuemente, come per riscaldarlo. Con timide movenze, imprimevo sul dorso i primi baci, scorrendo lentamente fino alle dita, dove trionfavano le unghie di colore rosso fuoco. Lei, notando il mio gradimento, m’invitava a continuare, sollevando e poi porgendo la pianta e per proseguire. Baciavo anche quella, mentre lei m’ignorava ritoccando il mascara. Osavo ancora di più, attratto da quel salace profumo. Fondevo la mia lingua sulla regale estremità; scorreva liscia, ampliando gradualmente il raggio d’azione sulla morbida pelle. Giulia apprezzava le mie attenzioni sottomesse, amava farsi divinizzare. Solo dopo alcuni piacevoli minuti, raccoglieva una calza e me la porgeva. Appoggiava un piede sulla spalla, per rendere più semplice il mio sacro compito:
GIULIA: Grazie, è stato molto bello, dovresti farlo più spesso! È per questo che serve un fidanzato, un amante non riuscirebbe a far trasparire questa devozione per una donna.
Ripetevo lo stesso processo sull’altra gamba, mentre la contemplavo dal basso verso l’altro. Erano gli ultimi momenti in sua compagnia e volevo goderne ogni singolo istante. Sul pavimento erano riposte diverse paia di scarpe; era evidente la sua indecisione nel trovare il giusto accostamento. Tra le tante, notavo uno splendido paio di scarpette aperte; con quelle sarebbe stata irresistibile. Lei invece mi deludeva, optando per un paio di décolleté nere, con tacco alto:
IO: Come mai non indossi questi sandaletti? Ricordo che eri al settimo cielo quando gli hai acquistati.
GIULIA: Lo so, erano la mia prima scelta. Con quel bel tacco slanciato sono davvero sexy. Però non si abbinano alle calze, devo pur esaudire la richiesta di Alessandro!
IO: Potresti indossare le parigine insieme all’intimo in albergo.
GIULIA: Sai che non è una cattiva idea, così eviterò anche il caldo. Preferisco avere le gambe nude, anche per altri motivi! Non sono sicura che vada a tuo vantaggio questo consiglio!
Neanche il tempo di ultimare la frase e già mi pentivo di quel suggerimento. Pensavo alle mani del suo amante, che avrebbero accarezzato le cosce spoglie, per tutte le ore del tragitto. Completata la variazione, sceglieva gli ultimi forbiti accessori. Con mia gioia infilava il nostro anello di fidanzamento; temevo che, per pudore, potesse decidere di lasciarlo a casa. Invece, Giulia aveva deciso di vivere senza vergogna la cupidigia dell’infedeltà. Il telefono vibrava, informando con un messaggio che l’amante era già sotto casa, ansioso di reclamarla; come da buon cultore era giunto con largo anticipo. La sua bellezza celestiale meritava qualche minuto di ritardo, erano ancora molte le cose che dovevano susseguirsi. Riponeva gli abiti di scena per lo strip-tease e infilava nella borsetta l’ingombrante scatola di preservativi, non prima di pronunciare qualche velenoso commento:
GIULIA: Veramente? Potevi comprarne un’altra confezione, così saremmo stati forniti per tutto il mese! Se vuoi, mi fermo con lui qualche giorno in più, magari riusciamo a usarli tutti!
IO: Dai, ho trovato solo questi, ogni negozio sembrava chiuso, ho pensato fosse un complotto contro di me!
Giulia continuava a girovagare nervosamente per casa, facendo mente locale sul contenuto della piccola valigia preparata. L’orario maledetto era già scoccato da un pezzo. Sembrava temporeggiare e l’ansia da separazione aumentava. Mentre prendeva coraggio, ormai pronta per uscire, mi appariva come una divinità celestiale. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, ma non volevo privare quell’essere supremo della libertà di scelta. Mi avvicinavo a lei, come manovrato dai suoi occhi verdi, aprivo la borsetta e rimuovevo la scatola di profilattici:
GIULIA: Che significa?
IO: Che meriti il meglio, non sarà una stupida scommessa a rovinare le tue aspettative. So che ci tenevi molto e spero che contribuirà a fartela spassare ancora più!
GIULIA: Davvero? Sei un tesoro, ti amo!
Non potevo macchiarmi di un simile crimine davanti a tanta perfezione. L’unico rammarico era il sublime privilegio che avevo concesso ad Alessandro. Per l’ennesima volta, avrebbe ottenuto tutto quello che voleva: la fighetta depilata per l’occasione, la mia castità e quelle oscene foto indelebili erano stati tutti gesti e offerte completamente vane. Ci abbandonavamo in un lungo bacio passionale; non le importava più di rovinare il trucco. Si era commossa a quell’inaspettato cenno di affetto. Io ero più sorpreso di lei:
IO: Ti amo anch’io, tanto! Ora non ti sarà facile rivelare la tua punizione in quest’atmosfera romantica!
GIULIA: Già, abbiamo uno strano modo di esprimere il romanticismo! Mi hai spiazzato in effetti, non me lo aspettavo quest’altruismo. Bè, il minimo che possa fare è annullare la mia ripicca.
IO: No, io voglio sapere cosa ha decretato la tua mente perversa!
GIULIA: Sei sicuro? Non ti farà per niente piacere.
IO: Sono pronto ad accettare la mia penitenza!
GIULIA: Mhmm, mi stai già facendo bagnare. Bene, allora mettiamoci comodi e avvicinati alla mia bocca, così posso sussurrartelo… con quei tuoi messaggi hai affrettato di non poco i nostri espedienti sessuali. C’erano delle cose che avevo tenuto in serbo per quando me lo sarei portato a letto; programmavo come farlo impazzire e sorprenderlo. Avrei recitato la parte della gattina sottomessa, incitandolo affinché mi trattasse da troietta; volevo poi supplicarlo per farmi ogni cosa gli passasse per la mente; ogni posizione, ogni pratica volgare, fino a ricevere il suo orgasmo; a quel punto, avrei gridato quanto amassi il suo cazzo e quanto volessi essere la sua puttana personale. Con la tua intromissione hai accelerato i tempi e molte delle cose elencate, le ha già ottenute prematuramente. Così mi sono detta: come posso fare per rendere speciale la nostra serata? Vuoi sapere cosa gli dirò per compensare il tuo intervento?
IO: Si ti prego, muoio dalla voglia di saperlo, continua a toccarmi…
GIULIA: Mhmm, lo vedo che ti piace! Facendo sesso non protetto riuscirà tutto ancora meglio! Te lo bisbiglierò mentre sborri, almeno mi sarò meritata il tuo regalo… quanto sei duro, stai pensando all’uccello nudo di Ale che mi penetra, vero!? Oltre a tutte quelle porcate, gli dirò che il suo cazzo è più grosso del tuo e che mi riempie, come non riesci a fare tu. Magari lo supplicherò di rallentare, perché il mio fiorellino stretto, non è abituato a un simile calibro. Alla fine, aggiungerò, che nessuno mi aveva mai scopata come lui e che mai avevo goduto tanto. Potrei anche simulare qualche orgasmo per migliorare la recita e aumentare la sua autostima! Come pensi che reagirà? Te lo dico chiaramente, si sentirà un Dio. Si ecciterà ancora di più, sapendo che il mio fidanzato non mi soddisfa. Inizierà a scoparmi ancora più forte per farti sfigurare, fino a sfondarmi la fica! Non l’hai capito? Voglio rendere la sua trombata unica, pretendo che la ricordi a lungo e che la reputi, per tutta la vita, la migliore! Penserà solo a queste cose mentre sborrerà dove desidera!
IO: Mhmm, che significa dove desidera? Non ti fermare sto per venire…
GIULIA: Significa che sarà lui a decidere dove svuotarsi e per quante volte lo ritiene opportuno! Voglio sentirmi una cagna in questo viaggetto, la sua cagna! Gli succhierò il cazzo ogni volta che lo chiede, gli aprirò le gambe ogni volta che lo ordina; ogni mio buchetto sarà a sua completa disposizione. Oh, bravo stai per sborrare! Sai, anche lui lo farà, tante, troppe volte! Vuoi sapere anche dove? Prima della tua generosa offerta, pensavo di fargli rimuovere il preservativo per farlo venire sulla figa depilata. Con la quantità che riversa, sarebbe sexy vederla tutta ricoperta di sperma. Ma visto che non lo indosserà, tanto vale farlo liberare direttamente dentro! Se riesci a trattenerti all’immagine della mia passera farcita dal suo piacere? Se resisti, puoi ancora impedirlo amore mio. Ma se vieni tornerò a +1 e non potrai farci più niente! Gli concederò ogni cosa! Ops, che cornuto, alla fine hai perso!
Quella sborrata portava con sé un peso immenso, amplificato dal significato profondo che comportava. Un unico, persistente e costante pensiero dilagava dentro le mie meningi; forse era l’unico che avesse ancora un senso: “Che cazzo hai combinato?”.
To be continued
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