Racconto erotico: Capitolo XLI

“Cuckold Story”


L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 41: Inferno e paradiso.

Qualcosa stava turbando il mio sonno. Non erano più le visioni a interferire con il mio ristoro; il fastidio era tangibile e proveniva dal comodino di casa mia. I ripetuti strepitii dello smartphone giungevano al mio orecchio, con un’acutezza tale da farmi sussultare. Quella sequenza, nel silenzio perentorio, pareva un frastuono assordante e fastidioso. Gradualmente, riprendevo possesso del mio corpo, uscendo dall’enigmatico stato di trance. Nella mia mente, la nebbia si faceva fitta, offuscando i ricordi e la mia percezione. Tentavo di afferrare quelle preziose reminiscenze che, intangibili, sfuggivano alla mia coscienza. Quando riacquistavo le mie facoltà, percepivo solamente un’inquietante sensazione di confusione, oltre a una ferrea erezione dentro le mie mutande. Mi rendevo conto di essermi addormentato, mentre la mia fidanzata aveva trascorso la nottata in compagnia del volgare collega. Mancava un quarto d’ora alle sei, quando i miei sensi trasalivano nel leggere il mittente di quelle rumorose notifiche:


GIULIA: Ciao amore mio, ti scrivo queste parole dal bagno dell’hotel. Non esistono i vocaboli, per descriverti quello che è successo stanotte, ma cercherò di trasmetterti, brevemente, la ferocia di quelle travolgenti emozioni. È stato solo un attimo, un istante… era così bagnata, che gli è bastato applicare la minima pressione per farlo scivolare tutto, dentro di me. Quel cazzo, che non era il tuo, ha accolto le mie suppliche e ha iniziato a penetrarmi la fighetta. Ormai era fatta, non volevo e non potevo più fermarlo, Alessandro si è per davvero scopato la tua fidanzata; auguri amore mio, sei ufficialmente cornuto! Ho messo in pratica ogni sconcezza che avevo promesso di concedergli! Proprio così, non ti sarà facile accettare che abbiamo superato ogni aspettativa e decenza, facendo l’amore per ore. Fino a poco fa, un altro uomo, ha abusato della mia passerina, che ha ceduto, sotto i suoi colpi… a tanti, forse troppi orgasmi! Devi esserne geloso tesoro mio, perché in tanti anni, non sei mai riuscito a farmi godere e sbattermi forte, come ha fatto lui! Quando leggerai questo messaggio, io sarò nuda, nel letto del mio amante; dormirò soddisfatta tra le sue braccia, mentre tu continuerai a pensarmi, contorcendoti per l’insopportabile gelosia. Sappi, che voglio trombarmelo ancora una volta, prima di tornare a casa, vedrai con i tuoi occhi quanto il mio fiorellino sarà slabbrato e abusato. A proposito, ti ho inviato un piccolo regalo sulla tua mail. Spero che gradirai la mia sorpresa. Buone seghe cornutello mio, ti amo!



Leggevo tutto di un fiato quelle frasi, sin troppo efferate ed esplicite. La notizia squarciava la mia anima, sortendo un lacerante duplice effetto; le mie ginocchia tremavano, il mio cuore batteva forte. Sudavo freddo, ma la nuova magia emozionale, quasi mistica, rintonava nel mio stomaco, stravolgendo i miei ormoni; così potente e invadente, da riuscire a fermare il tempo per qualche istante. Era successo, la mia donna si era scopata un altro, ero cornuto.


In quegli interminabili attimi, focalizzavo l’ardore di quelle parole. Visualizzavo la mia anima gemella, sommersa dalla passione sessuale. Era sempre stato quello, l’indecifrabile dilemma che alimentava la mia eccitazione; dinanzi a tale schiettezza, non potevo più contenere l’estremo bisogno di cedere alla masturbazione. Disorientato e ansimante, trovavo la forza per scartare il mio regalo, riposto tra i file della mail appena recapitata. Non immaginavo l’umiliazione che mi aspettasse, celata tra quei byte.


Tra gli allegati, vi erano numerose foto intime, scattate durante la nottata; in una di queste, era immortalato l’estremo piacere di Alessandro, riversato sulla figa della mia fidanzata. Quegli schizzi mi facevano tornate alla mente le parole di Giovanni, ricalcando il potere psicologico che annunciava quel gesto; il suo seme germogliava su quella fessura, fertile e arrossata. Non potevo resistere oltre, liberando l’esplosione del mio primo orgasmo; per pochi secondi, quella ricompensa, mi offriva un godimento inarrivabile.



Scorrevo tra i contenuti, non ancora sazio di tutta quella lussuria adultera; baci passionali, indecenti ritratti di nudità e vergognose pose erotiche. Tutto questo, mi sballottava da una dimensione all’altra, sconnettendo il mio spirito esagitato, smarrito tra inferno e paradiso. L’eccitazione mi stava consumando mentre attendevo, impaziente, il download dell’ultimo file. Aprivo il video, il quale ritraeva la mia ragazza, intenta a eseguire il più volgare dei pompini; il collega la additava come una cagna, mentre lei, gli succhiava il cazzo con un’espressione remissiva e sottomessa. Sputava sulla cappella, mentre lo fissava con uno sguardo succube e obbediente. La riproduzione s’interrompeva solo dopo aver evidenziato il degrado che, quel palo di carne, esercitava su Giulia; prima la soffocava occludendole la gola poi, la frustava senza pietà, accanendosi sul suo dolce e innocente visino, come a voler ricalcare, la corruzione e l’immoralità delle loro pratiche.



Quel sacro piacere, ancora una volta, aveva la meglio su di me; in quell’orgasmo mi liberavo di tutta la voglia repressa, prosciugando la frustrazione per il consensuale tradimento. Mi ormai era impossibile rimettermi a dormire. Sprofondavo nella cupa consapevolezza, sapendo che, la mia donna, dormiva beata tra le braccia del suo amante. Fissavo il soffitto con gli occhi sbarrati, incapace di gestire quel tumulto; ogni volta che i pensieri si faceva troppo oscuri e pressanti, riguardavo gli allegati, per sentirmi appagato dalle delizie ipocrite offerte da quell’eden. Il sollievo era però solo passeggero e illusorio; poco dopo, affondavo nuovamente nell’angoscia degli inferi.



L’esperienza mi aiutava a comprendere che dovevo reagire a quel tormento, canalizzando i miei impulsi. Indossavo la mia tenuta ginnica e uscivo da casa, trovando una città silente e deserta. Iniziavo a correre; più aumentavo il passo, più allontanavo quel subbuglio dalla mia meditazione. Galoppavo libero, finché la mia ansia non scompariva dal mio corpo esausto.


L’alba di un nuovo giorno tornava a imperversare su quella ormai inoltrata primavera. Il sole si levava splendente, voglioso di raggiungere il punto più alto nel cielo e riscaldare la mia rinnovata anima. In quell’emancipazione, riuscivo ad accettare pienamente la depravata natura della sessualità, distinguendo le sfaccettature dell’amore e separandole dalla frivola carnalità. Non sapevo dove ci avrebbe condotto il nostro viaggio, ma ero certo che non avrei rimpianto nessuno dei sentimenti e delle emozioni che si erano insinuati nella nostra storia. Era solo l’inizio. Innamorati più che mai, avevamo trovato il coraggio di realizzare le nostre più nascoste e perverse fantasie.

Fine Volume I.

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Capitolo XL: Fica infedele.

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