“Cuckold Story”
L’evoluzione della nostra giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che ci hanno condotto a realizzare le nostre più nascoste fantasie…
Autore cucky-ita
Capitolo 18: Corrotto
ALESSANDRO: Ci sei ancora? Stai facendo la timida o sei rimasta traumatizzata alla vista del mio enorme cazzo!
La spunta blu indicava che la pazienza del collega era stata finalmente premiata. Il danno era fatto. Aveva ormai ricevuto la compromettente foto e non avrebbe sicuramente censurato la propria reazione. Pregavo affinché si esentasse dall’inviare altre foto mascoline, per me di cattivo gusto. Estasiato, continuavo a godermi il lento bocchino di Giulia. Le sue labbra iniziavano a rallentare il ritmo, accusando la stanchezza accumulata durante la diligente prestazione offerta ad Alessandro, solo poche ore prima. Era da così tanti giorni che non si risparmiava, da aver perso il conto dei pompini che aveva praticato ai nostri cazzi. Finalmente, ero in una posizione vantaggiosa e potevo prendere in mano le redini del gioco.
IO (Telefono di Giulia): Scusa il ritardo, non è stato semplice con l’autoscatto! Dopo vari tentativi ho trovato quella giusta, spero sia di tuo gradimento quest’ultima fotina!
ALESSANDRO: Oh eccola lì, la mia fighetta e il mio culetto! Non potevo chiedere di meglio! Grazie, ora potrò godermeli ogni volta che mi mancheranno!
IO (Telefono di Giulia): Sapevo avresti apprezzato!
ALESSANDRO: Ti prego, sabato indossa quelle calze, sono così sexy da togliermi il fiato. Ti immagino esattamente così nel momento in cui ti salirò sopra e inizieremo a fare l’amore. Vuoi vedere quanto è diventato duro?
IO (Telefono di Giulia): Non c’è bisogno! Lo preferisco dal vivo!
ALESSANDRO: Sono senza parole, che foto, continuo a fissarla ipnotizzato! Sei bellissima. Ho voglia di uscire di casa per venire da te e scoparti tutta la notte. Non penso che riuscirò a trattenermi domani!
IO (Telefono di Giulia): Ho fatto la mia parte, se non rispetti il patto, niente week-end e niente calze! Ormai l’hai promesso!
ALESSANDRO: Che tortura! Sei ingiusta, ma continuerò ad aspettare la nostra magica notte insieme. Vorrei replicassi lo striptease che hai improvvisato oggi!
IO (Telefono di Giulia): Che gentile, visto hai apprezzato, ti organizzerò un lento spettacolino privato prima di infilarmi nel tuo letto!
ALESSANDRO: Oh sì, mi eccita guardarti mentre ti spogli per me. Eri così sensuale in auto… immagino le potenzialità che potresti sfoggiare in una stanza, con piena libertà di movimento. Ovviamente dovrai togliere tutto il resto prima di infilarti sotto le coperte, lasciando però quei provocanti collant!
IO (Telefono di Giulia): Ti sei fissato! Ho colpito nel segno!
ALESSANDRO: Sì, hai catturato la mia attenzione! Sono curioso di avere un’anteprima sull’intimo che indosserai nel nostro nido d’amore!
IO (Telefono di Giulia): Abbiamo già le calze, il resto sarà una sorpresa! Hai iniziato tu a fare il misterioso!
ALESSANDRO: Sei cattiva biscottina, ti sarà facile sedurmi, ma il mio appetito sarà insaziabile! Tutta questa attesa sta aumentando la mia passione. Mi sento come un adolescente in piena tempesta ormonale! Dopo che mi avrai supplicato di metterlo dentro, reclamerò la tua fighetta per tutta la notte!
IO (Telefono di Giulia): Tutta la notte, mhmm? Magari sarai tu a pregarmi per dartela, sarò molto provocante, non ti sarà facile resistermi! Poi non so se ti darò la soddisfazione di supplicarti!
ALESSANDRO: Lo farai, vedrai! Domani la tua passerina sarà off-limits, anche tu arriverai a sabato, arrapata e vogliosa. Nel frattempo, io potrò consolarmi e sfogarmi per bene con la tua bocca!
Che cosa diavolo stavo facendo? Iniziavo a capire come si sentiva la mia ragazza poco prima. Il piacere del pompino offuscava la realtà disintegrando ogni inibizione. Quello smartphone, nelle mie mani, sembrava un candelotto di dinamite pronto a esplodere. L’eccitazione mi faceva perdere completamente la lucidità. Volevo provocarlo, istigarlo oltre l’indecenza e concedergli in modo quanto più intimo e carnale la mia fidanzata.
IO (Telefono di Giulia): Certo, puoi sfogarti quanto vuoi, le mie labbra sono a tua completa disposizione, ma vorrei, che nel mentre, mi toccassi comunque dove più desideri! Ti dispiace se ingoierò tutto anche domani?
ALESSANDRO: Scherzi! Non devi sprecarne neanche una goccia. Voglio essere sincero, ho avuto molte esperienze, ma tu sei la prima ad avermi concesso l’ingoio. È stata una piacevole sorpresa che mai mi sarei aspettato da te!
IO (Telefono di Giulia): Ah sì! Neanche io l’avrei mai detto. Pensavo che un playboy come te avesse già provato questa esperienza. Mi stai per caso facendo passare per una sgualdrinella?
ALESSANDRO: Se fossi davvero una squillo mi manderesti in bancarotta! Invece i tuoi servizietti orali sono completamente gratuiti!
IO (Telefono di Giulia): Sì, ma solo per te e nessun altro!
ALESSANDRO: Il tuo dolce fidanzato non ti fa ingoiare, mi sembravi piuttosto esperta?
IO (Telefono di Giulia): No, a lui non l’ho mai concesso, ma in passato, con altri ragazzi mi era già capitato di lasciarmi andare! Diciamo mi piace farlo con le persone giuste, erano molti anni ormai che non lo facevo! Devi smetterla di farmi passare come donna vissuta,fino a prova contraria sono stata a letto con un solo uomo e neanche tu mi hai ancora avuta!
ALESSANDRO: Ancora per poco biscottina! Allora non sa cosa si perde! Mi piaci quando cerchi di passare per una santarellina. Anche se fai ricorso a banali scuse, io ormai conosco la tua vera natura. L’ho capito da come mi succhi il cazzo. Ormai sono certo che, una volta superata anche la barriera della seconda verginità, ti lascerai completamente andare, anche in tanti altri modi
IO (Telefono di Giulia): Chi lo sa! Dipende da quanto mi farai gridare sabato! Se lo preferisci posso iniziare a tirarmela!
ALESSANDRO: Ormai è tardi per indietreggiare, ti ricordo che sei stata tu a offrirti di pareggiare il debito per l’orgasmo mancante. In quell’auto mi godrò quello che mi spetta! Mi piace essere io a comandare, domani dovrai fare ogni cosa che ti chiedo!
La mia sborrata era vicina, Giulia radunava le ultime energie per cercare il colpo di grazia. Io mi opponevo, assuefatto dalla pericolosa situazione. Era intrigante mettere la mia ragazza in una posizione di sudditanza, come a volermi vendicare, ripagandola con la sua stessa moneta. Lo era ancora di più inventare quella piccola bugia, come a stimolare la sua immaginazione e fargli credere di avere l’esclusiva a mio discapito. L’unico a guadagnarci era ancora una volta Alessandro. Resistevo. Più l’orgasmo si avvicinava, più la mia dipendenza cresceva; volevo fare un ultimo piccolo sforzo per aggravare ulteriormente la sua posizione:
IO (Telefono di Giulia): Mi eccitano gli uomini autoritari che prendono tutto quello che vogliono, senza andare troppo per il sottile! Dunque, mi sembra giusto che ne approfitti, sarò la tua troietta personale domani!
ALESSANDRO: Mhmm, mi piace, sto già pregustando il pompino che mi gusterò dopo il lavoro. Non mi sento più in colpa per oggi, nell’averti costretto ad andare avanti per quasi un’ora! Domani sarà anche peggio; per iniziare dovrai dimostrare l’adorazione per il mio cazzo dicendomi quanto ti piace prenderlo in bocca. Dovrai meritarla la mia sborrata!
Dovevo fermarmi. La situazione mi stava sfuggendo completamente di mano. Avevo esagerato, schiavo di quella droga che mi aveva consumato. Ne ero così oppresso che continuando, avrei potuto impegnare anche il suo culetto vergine. Congedavo il porco con una rapida buonanotte, il treno delle smancerie era ormai passato. Ripercorrevo mentalmente tutto quel casino, assoggettandomi all’irresistibile corruzione dell’eccitazione.
Afferravo Giulia per i capelli e iniziavo a scoparla in bocca, quasi con violenza. Dopo averglielo spinto fino in gola, ordinavo, dandole della cagna, di leccarmi anche le palle. Mi liberavo finalmente, in una appagante sborrata, farcendo occhi e zigomi. Il mio liquido, tutt’altro che denso, colava sul suo viso, fino a lambire le sue labbra. La resa dei conti era alle porte, la mia punizione, sarebbe stata terribile.
To be continued
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