Racconto erotico: Capitolo XX

“Cuckold Story”


L’evoluzione della nostra giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che ci hanno condotto a realizzare le nostre più nascoste fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 20: Premio e tormento.

GIULIA: Tesoro eccomi, è quasi arrivato il momento dello show! Io sono appena uscita da lavoro. Sto guidando verso il parcheggio dove lascerò la mia auto, per ripartire con quella di Ale.

IO: Ciao cucciola, finalmente mi hai chiamato, iniziavo a preoccuparmi! Perfetto, salverò la posizione. Quando sarà tutto finito, la useremo come luogo d’incontro.

GIULIA: Sono eccitata e parecchio nervosa! Spero di non emozionarmi troppo sapendo che mi stai guardando!

IO: Vedrai, andrà tutto bene! Mi sto quasi pentendo di averti seguito in questa folle avventura. Hai davvero uno strano modo di farti perdonare!

GIULIA: Se non gradisci il tuo premio puoi anche tornare a casa, tanto il cazzo glielo succhio lo stesso!

IO: Su quello non ho dubbi, ma non posso perdermi la tua sorpresa! Sei sempre sicura che ti porterà proprio in quella zona?

GIULIA: Certo, lascia fare a me! Lo saluterò con affetto, infilandogli la lingua in bocca. So bene quanto ti da fastidio ma lo farò lo stesso! Poi inizierò a fargli gli occhietti dolci, come potrebbe dirmi di no?

IO: Speriamo si convinca, per lui un posto vale l’altro, non sarà di certo interessato al panorama!

GIULIA: Fidati, saprò essere persuasiva. Se non dovesse accontentarmi potrei iniziare a spogliarmi, fino a farlo cedere!

IO: Vuoi scioccarmi facendoti trovare già nuda, senza fornirmi il tempo di ambientarmi?!

GIULIA: Sono fiduciosa, farò di tutto perché non sia necessario. Sarebbe un peccato se mi trovassi senza reggiseno, voglio costringerti a guardare mentre mi spoglia e mi bacia dappertutto! Manca poco ormai, devo lasciarti. Ale mi sta incollato dietro e siamo praticamente arrivati.

IO: Non sarebbe la prima volta che si appiccica al tuo culetto!

GIULIA: Oh tranquillo, a breve sarà ancora più vicino e potrà di nuovo goderselo! Ma perché te lo dico, tanto lo vedrai da solo! A tra poco!

IO: Non vedo l’ora, a breve mi gusterò la mia porno star preferita all’opera! Divertiti e in bocca al… lupo e non solo!



Era tutto così assurdo. Mi sentivo come un ladro. Avevo addirittura preparato un cambio con abiti scuri. Tutti quei preparativi, avevano l’unico scopo di spiare la donna della mia vita che, come una prostituta, si sarebbe prestata a eseguire un lungo pompino al suo spasimante. Che situazione malsana, pensavo. Potevo essere io a beneficiare di quelle attenzioni, invece che accontentarmi, a cose fatte, di una banale seghina. Incoerente, mi elettrizzavo alla sola idea di quello che stavo per assistere. Sempre più ansioso di raggiungerli, ricevevo la prima posizione. Giulia, proprio in quel momento, stava salendo a bordo della sua auto; insieme, si sarebbero diretti sul luogo del misfatto. Non restava che attendere l’ultima coordinata, quella dove si sarebbe consumato il fattaccio.


Fumavo una sigaretta per placare i nervi, consapevole che, nella prossima ora, ogni movenza sarebbe stata limitata. Trattenevo il fiato per farmi coraggio, mentre ricevevo la loro ultima posizione. Come promesso, Giulia aveva ottenuto quello che voleva. Attivavo il GPS: sei minuti, non ero lontano. Parcheggiavo in una stradina isolata e proseguivo a piedi. Cento metri. Il cuore batteva forte, mentre mi muovevo furtivo tra la vegetazione incontaminata. Il mio radar segnalava la loro presenza nelle immediate vicinanze. La natura regnava sovrana nel silenzio più assoluto. Dovevo riconoscerlo, Alessandro aveva avuto buon gusto nel scegliere un posto così intimo; quel luogo era un vero paradiso. Ma non per me. L’inferno mi si palesava davanti agli occhi, all’interno di quell’unico elemento antropico: i due amanti limonavano con passione, ancora vestiti e seduti nei rispettivi sedili anteriori.



Avevo la pelle d’ora. La ferocia di quella scena era tale da riuscire a paralizzarmi ogni muscolo del corpo. Mi sentivo impotente di fronte a quelle esplicite parvenze. Mettevo a fuoco le loro sagome, iniziando a distinguere le mani di lui muoversi impazienti sopra gli indumenti; lo spettacolo era appena cominciato. Il mio amore era stata nuovamente di parola: pretendeva che seguissi quella trama degenere, fin dagli albori. Continuavano a baciarsi, divenendo sempre più avventati; Giulia era brava nel descrivere minuziosamente l’intensità di quei momenti, ma non era mai riuscita a trasmettermi la stessa crudeltà che percepivo da spettatore.


La mia visuale laterale era buona ma, da quella prospettiva, rischiavo di perdermi i dettagli più procaci. Dovevo agire in fretta. Notavo una piccola altura protetta da alcune piante di corbezzolo. Mentre mi muovevo, come un felino tra gli anfratti, con la coda dell’occhio, notavo Alessandro intento a sfilare il vestitino della mia ragazza. Chissà quanto era eccitata, sapendomi li a spiare. Mi facevo coraggio, mentre lui slacciava spietato anche il reggiseno. Ancora una volta, era nuda davanti a lui.


Guadagnavo un perfetto campo visivo e solo a quel punto mi accorgevo che anche la mia ragazza, aveva iniziato a darsi da fare; impugnava e agitava il suo membro, in erezione. Tremavo, ma non era per il freddo; prevedevo le prossime scene di quel film erotico e provavo sentimenti quanto di più simili alla paura. Per allentare quello sgomento, iniziavo a toccarmi; solo allora le mie emozioni mi anestetizzavano, mentre loro continuavano imperterriti a pomiciare, incuranti di me e dell’ambiente circostante. Alessandro mi censurava la visione dei seni, allungando su di lei le sue sudice mani. Giulia non smetteva di masturbarlo, neanche quando lui iniziava a mordergli il collo e poi a tuffarsi ancora più giù, avventandosi sui suoi capezzoli. Senza autoerotismo, non sarei stato in grado di reggere una scena così indecente.



Più la passione cresceva più la temperatura s’innalzava; tutti i cristalli dell’Audi iniziavano ad appannarsi. Improvvisamente, entrambi si placavano. Parlottavano complici, scambiandosi nuove fastidiose effusioni d’affetto. Non ero in grado di udire cosa stessero dicendo, ma era chiaro che stessero continuando ad amoreggiare. Il rumore improvviso dei finestrini che si abbassavano, mi faceva sussultare e quasi perdere l’equilibrio; i vetri si erano magicamente abbassati, permettendomi di percepire, quell’umiliante tresca, con un altro senso. In quella pace incontrastata, le loro voci risuonavano limpide, contese solamente dagli schiocchi dei loro frequenti baci e dai gemiti di piacere:


GIULIA: Grazie, ora va meglio! Iniziavo a morire di caldo!

ALESSANDRO: Come sei focosa! Non posso neanche suggerirti di spogliarti, sei splendida tutta nuda! Ti va di metterci dietro per stare più comodi?

GIULIA: Non penso sia necessario! Posso soddisfare ogni tua voglia anche da qui! Oggi è la tua serata. Come promesso potrai rilassarti, mentre io mi dedicherò completamente ai tuoi bisogni!

ALESSANDRO: Mhmm, vieni qui fatti toccare! Mi ecciti troppo quando fai così!

GIULIA: Dai! Più delicato! I miei capezzoli sono sensibili!

ALESSANDRO: Non è colpa mia, sei così invitante quando mi sbatti le tue tette in faccia! In mia presenza, dovresti sempre stare in topless. Sono proprio un uomo fortunato ad averti a disposizione! Sei bella da perdere il fiato e finalmente posso approfittarne! È tutto il giorno che muoio dalla voglia di saltarti addosso.

GIULIA: Ti capisco, anche a me è venuta qualche idea un po’ audace stamattina! Rivedendo lo scatto del tuo cazzo, mi è venuta voglia di venirti a trovare e nascondermi sotto la tua scrivania!

ALESSANDRO: Oh, quella sì che sarebbe stata un ottima idea, avrebbe reso il lavoro meno stressante! Proprio un bel pensiero, mi avrebbe aiutato, è da ieri sera che fremo guardando e riguardando le tue foto.

GIULIA: Davvero? Mi eccita sapere che ti arrapo anche quando non sono lì con te. Ti sei masturbato?

ALESSANDRO: Solo un po’, ma ho desistito dal venire. Ho pensato che sarebbe stato uno spreco non donare tutto il mio seme alla tua golosa bocca!

GIULIA: Ma quanto sei premuroso! Mi piace un sacco averti fatto scoprire una cosa nuova. Con me, potrai rifarti di tutto tempo perso!

ALESSANDRO: Mi ci sto abituando e intendo usufruire del servizio per molto, moltissimo tempo! Tu invece?

GIULIA: Io non sono stata capace di controllarmi e ti ho dedicato un bel ditalino.

ALESSANDRO: Mi fa piacere questo puoi farlo quando vuoi! Invece hai mantenuto la promessa, restando casta fino a sabato?

GIULIA: Certamente, come avrei potuto negare la tua richiesta! Ormai ho deciso, voglio sia tu il prossimo a portarmi a letto!

ALESSANDRO: Oh sì, guarda come l’hai fatto diventare duro! Vieni qui vicino e baciami. Dai, inizia a toccarlo, sta reclamando le tue attenzioni. Ma soprattutto, muore dalla voglia di conoscere la tua fighetta!



GIULIA: Ti piace se lo tocco così? Sai, anche la mia micetta non vede l’ora di fare amicizia con lui! Come mai hai dettato quelle condizioni, non dirmi che sei geloso?!

ALESSANDRO: Mhmm, brava, non ti fermare. Forse solo un filino, ma la verità è che quando faremo l’amore, voglio trovare la tua fica bella stretta e accogliente. Poi mi eccita sapere che ti neghi al tuo fidanzato per tenerla in caldo per me!

GIULIA: Sei un vero egoista, ma questo mi piace ancora di più! Sai, stamattina ho prenotato l’estetista. Anto mi ha chiesto un sacco di volte di depilarla tutta, ma ho sempre rifiutato. Sarai tu il primo a goderla bella liscia!

ALESSANDRO: Mhmm, fammela toccare. Guarda quanto sei bagnata… sei una perfida fidanzata per mia fortuna! Che c’è, già sospiri solo con un dito dentro? Cosa farai quando ti penetrerò e inizierò a muovermi sopra di te?

GIULIA: Oh sì, mi lascerò completamente andare, supplicandoti di non fermarti e di continuare a scoparmi.

ALESSANDRO: Bravissima biscottina, è proprio quello che voglio sentire. Sono davvero erotici i tuoi gemiti. Spero non si offenda il tuo ragazzo, se mi godrò ogni suono che esce dalla tua bocca mentre gli scopo la fidanzata.

GIULIA: Ah, mhmm, sono sicura che a lui non dispiace. Ti prego, ora fermati o finirò per aprirti le gambe adesso. Ricordi, solo tu dovevi spassartela.

ALESSANDRO: Hai ragione sarebbe un peccato prenderti qui e rovinare la splendida serata che ti sto organizzando. Basta parlare. Fammi un pompino. Ma prima sfilati quel perizoma. Voglio toccarti ovunque mentre lo succhi. Devi farmi capire quanto ti sconvolgo.


Il profumo dei corbezzoli in fiore mi inebriava le narici. I suoi frutti, ancora acerbi, erano appena stati macchiati dal mio sperma. Non potevo resistere ad un dialogo così sfrontato. Il mio amore si era premurata di orientare la conversazione ad un risvolto quanto più perverso. Affinché il messaggio giungesse chiaro alle mie orecchie, si era assicurata di abbassare i finestrini. Il suo cinico e depravato schema, mi appariva quasi romantico. Ma tutto stava per cambiare; l’orgasmo prematuro faceva di nuovo emergere le ombre della mia anima. Ancora una volta, quelle emozioni negative si impadronivano del mio spirito. Soccombevo, mentre lei offriva le sue mutandine e si chinava ubbidiente verso quel cazzo eretto. Assistere a quel pompino, doveva essere il mio premio, mai mi sarei aspettato diventasse il mio tormento.


To be continued

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