Racconto erotico: Capitolo XXI

“Cuckold Story”


L’evoluzione della nostra giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che ci hanno condotto a realizzare le nostre più nascoste fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 21: Vivide immagini.

Il tempo scorreva a rallentatore. Le labbra della mia ragazza, sempre più protese verso quel cazzo, scandivano la mia caduta verso l’oblio. La conversazione della sera precedente iniziava a innescare i suoi primi risvolti. Il collega aveva avuto la certezza di quali fossero le tendenze di Giulia e non si sarebbe più limitato a catalizzarle per rafforzare la sua dominazione. Gli avevo fornito i migliori strumenti per insinuarsi in quelle segrete fantasie, condividendo con lui ogni scoperta, conseguita in molteplici anni di intimità sessuale. Si dimostrava capace nel coglierle, ma ancora più astuto nel riuscire a metterle in pratica. Sicuro del suo ruolo, con un pizzico di autorità e arroganza, aveva comandato di iniziare il pompino. Lei, senza battere ciglio, si apprestava a obbedire.



Sembrava che tardasse di proposito le sinuose movenze, come a voler rendere la mia tortura ancora più crudele. Si posizionava a quattro zampe, offrendomi una perfetta vista della sua figa a novanta gradi. Impugnava quel cazzo, tenendolo a pochi centimetri dalla faccia. Non lo baciava, era la sua lingua a raggiungere, per prima, la destinazione finale. Scorreva su di esso, con lente ma profonde leccatine, come a volerlo lucidare. Per tutto il tempo, mantenevano costantemente il contatto visivo. Mi dava fastidio l’espressione di quel porco; la osservava con fierezza, appagato per quell’ottimo inizio. Giulia continuava a leccargli il cazzo, dal basso verso l’altro, per così tante volte da perdere il conto. La salivazione aveva lubrificato completamente l’asta. Solo a quel punto, l’amante si spazientiva, ordinando di prenderlo tutto in bocca. Anche questa direttiva, veniva prontamente eseguita. La testa di Alessandro si gettava all’indietro, adagiandosi sullo schienale; gli occhi si chiudevano, mentre il mio amore faceva sparire la cappella dentro la propria bocca. Conoscevo bene quei movimenti, non si stava risparmiando.


La vista e i suoni di quel pompino, rendevano il trauma ancora più profondo. Provavo a toccarmi per guadagnare una nuova erezione, ma tutto mi appariva insopportabile. All’apice dei miei più freddi pensieri, consideravo addirittura di allontanarmi, ma il rischio di essere scoperto era attuale: mi sentivo come intrappolato in quella gabbia, potevo solo continuare a guardare.



Era passato più di un quarto d’ora, Giulia andava avanti a pompare quel pezzo di carne. Durante quei minuti, vedevo da vicino le mani del partner, muoversi liberamente su tutto il suo corpo. Dalla mia prigione, sopportavo la vista di quei rosei capezzoli, che venivano torturati nella sua confidente stretta. Poi, ancor più da vicino, il culetto e la fighetta venivano palpati senza alcuna decenza. Due delle sue dita si erano già insinuate dentro la passerina, ormai quasi schiacciata contro il finestrino. Ma non era questa la visione che mi provocava l’erezione. Mentre il porco contraeva il bacino, per iniziare a scoparle la bocca, rimuoveva le dita dalla vagina e iniziava a sculacciarla colpendola ripetutamente sulle chiappe, fino a donarle un rosa vivace. Lei, invece che ribellarsi, iniziava a gemere, suggellando così la sua sottomissione. Non si arrestava, continuando ad abbuffarsi con quel cazzo, sempre più profondamente dentro la bocca. Alessandro, tenendola per i capelli, guidava ogni suo oscillazione; si leccava le labbra, appagato dalla sudditanza che il mio amore gli stava offrendo.


Solo un particolare dettaglio riusciva a provocarmi l’immediata erezione: mentre lei continuava ad affogare, il dito di lui iniziava a scorrere sul clitoride e a spargere gli umori lungo la cavità vaginale. Cominciava a lubrificare il più sacro dei suoi orifizi. Quella complessa scena aveva smosso la mia eccitazione. Come temevo nei miei peggiori incubi, il suo interesse si stava focalizzando sul suo buchetto. Vedendola così disinibita, forse non si aspettava che fosse ancora vergine; ma questo non importava alla sua vanità. Massaggiava l’ano e, non contento, provava a introdurvi un dito al suo interno. Giulia finalmente tentava di protestare fermando la sua mano. Smetteva di succhiare ma continuava a masturbarlo, con l’unica mano rimasta ancora libera. Alessandro, saggiamente, decideva di desistere, capendo di essersi spinto troppo oltre:



ALESSANDRO: Che fai ti ribelli? Pensavo fossi motivata a esaudire ogni mio desiderio!

GIULIA: Scusami, non sono un’amante dell’anale. Non l’ho mai fatto dietro. Per il resto puoi toccarmi dove desideri!

ALESSANDRO: In effetti mi sembrava un po’ troppo chiuso! Io amo scopare un bel culetto e il tuo è davvero perfetto. Mi vengono strane voglie guardandolo. In più, il fatto che sia vergine mi sta eccitando terribilmente! Ci sarà tempo!

GIULIA: Sei un porco, non mi hai ancora scopato e già pensi a farmi il culo!

ALESSANDRO: Non temere ci arriveremo! Vedrai ti piacerà, mi sembri portata!

GIULIA: Mhmm, penso che il mio ragazzo si accorgerebbe se iniziassi a incularmi regolarmente. Non sono sicura di volertelo dare.

ALESSANDRO: Ah sì, è probabile, mhmm! Voglio essere io ad avere questo privilegio! Lascia che lui continui a trattarti da principessa, mentre io ti faccio sentire donna. Così come mi permetti di farcirti la bocca e mi autorizzerai anche ad  aprirti il culetto!

GIULIA: Ti eccita proprio abusare delle ragazze altrui, è diventato di marmo. Se ti fa così piacere puoi continuare ad accarezzarlo, immaginando di farci quello che più desideri!

ALESSANDRO: Sì non immagini quanto mi piaccia spingerle a fare cose che con i loro fidanzati non si sognerebbero di fare! Cavolo, si sta facendo buio non è rimasto molto tempo. Se vuoi farmi sborrare devi dedicarti anche alle mie palle. Continua il pompino solo con la bocca adesso, vai avanti fino a farmi esplodere.


Fin dal principio avevo ragione sul suo conto e finalmente stava rivelando le sue perversioni. Persino dai cespugli, vedevo chiaramente la sua vera natura, fin ora celata abilmente dietro una maschera. Si presentavano sempre più idoneo per i nostri scopi; anche lui, traeva un godimento estremo per l’infedeltà.


Era passata più di mezzora dall’inizio, il sole era appena tramontato e le ombre iniziavano a danzare all’interno dell’auto. La mia ragazza si ricordava del suo unico spettatore. Con le mani bloccate e le palle pressate sul viso, con un filo di voce, pregava il suo aguzzino di accendere la luce per potersi dilettare meglio. Lui l’accontentava, imponendo però di riprendere a succhiare. Quel faro mi donava di nuovo la vista, illuminando la sua lingua che esplorava i depilati testicoli. Ero al limite, iniziavo a pregare affinché sborrasse. Dovevo resistere per non cedere al rimpianto; sapevo che a breve avrei assistito alla parte più umiliante dell’amplesso. Anche Giulia era stremata, ma aveva ancora una carta da giocare; la sfoggiava al momento giusto, per terminare il suo pretenzioso amante e dargli esattamente quello che voleva:


GIULIA: Mhmm, adoro succhiarti il cazzo, starei così per ore! È durissimo non resisto più, voglio il tuo sperma…

ALESSANDRO: Mhmm, brava troietta così…  guardami supplicante mentre mi succhi il cazzo!

GIULIA: Ti prego, sborrami in bocca! La voglio tutta per me… spero sia tanta come le altre volte… accontenta la tua troietta personale, ti supplico…

ALESSANDRO: Ah sì, sei la mia puttanella succhiacazzi! Ora ti riempio la bocca, alla faccia del tuo fidanzato cornuto. Mhmm, fammi svuotare le palle, vengo… ingoia la mia sborra calda come non fai con lui!



Per colpa dei miei messaggi, era davvero diventata la sua troietta personale. Quelle vivide immagini erano ormai impregnate per sempre nella mia mente. Ero così coinvolto che quasi percepivo i rumori della deglutizione della mia ragazza. Venivo per la seconda volta, ascoltando il macabro sottofondo dei guaiti di Alessandro.

To be continued

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