Racconto erotico: Capitolo XXVI

“Cuckold Story”


L’evoluzione della nostra giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che ci hanno condotto a realizzare le nostre più nascoste fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 26: Appariscenza.

Decidevamo di spostarci con due macchine. Per essere più comodi, Francesca accettava di buon grado il nostro passaggio. L’auto era pervasa dal loro profumo, mi sentivo fortunato nel guidare in compagnia di due così belle donne. La nostra meta fuori città era distante ancora qualche chilometro. Le due migliori amiche coglievano l’occasione per confidarsi i loro pensieri profondi. Conversavano liberamente, quasi ignorando la mia presenza. Esortata dalle parole di Sonia, Francesca esprimeva il suo timore nel cimentarsi in una nuova relazione:



GIULIA: Lo so Fra, ti capisco e ti voglio tanto bene ma non puoi continuare a buttarti giù pensando a quello stronzo di Paolo. Sono passati quasi due mesi ormai.

FRANCESCA: Vorrei tanto ricominciare, ma non penso di essere ancora pronta per frequentare un altro uomo. So già che Sonia diventerà insistente per cercare di accoppiarci, fa sempre così.

GIULIA: Sono d’accordo, ci sono passata anch’io, almeno un paio di volte. Ricordo che è stata molto pressante quando mi ha presentato suo cugino Marco. Qualche tempo dopo, ha rilanciato facendomi conoscere anche il suo amico Cristian. Lei è fatta così.

FRANCESCA: Lo so anch’io, sicuramente non lo fa per male. È proprio fissata la dottoressa Stranamore!

GIULIA: Ahaha! Con questo Salvo, non devi sentirti obbligata a farci nulla che non ti vada. Poi mica dovrai sposartelo! Per iniziare sarà sufficiente scambiarci due chiacchiere. Lascia che ti offra da bere e goditi la serata!

FRANCESCA: È quello il tuo rimedio, vuoi farmi ubriacare! Sono già su di giri, non capisco come faccia Antonio a guidare dopo tutti quei cocktail!

GIULIA: È una roccia il mio uomo! Ti darò una mano io a rompere il ghiaccio, vedrai ci divertiremo!


Dunque era stata Sonia a presentare Cristian alla mia compagna. Sapevo che i due fossero compagni di classe ai tempi del liceo, ma non immaginavo che fosse stata proprio lei a far iniziare la loro tresca. I rapporti tra Giulia e Cristian si erano congelati quando l’aveva lasciato per me. Non amavo ricordare quei travagliati momenti e il solo sentirlo nominare m’innervosiva. Neanche la mia fidanzata adorava parlare di lui, forse perché sapeva di aver ferito i suoi sentimenti, spezzandogli il cuore.


L’unico episodio, del quale ero venuto a conoscenza, si riferiva a una festicciola estiva organizzata in una villetta con piscina. I fatti accadevano un paio di settimana prima che Giulia ed io ci conoscessimo. Durante il party, Cristian e la mia ragazza si erano appartarsi all’interno di una camera da letto. Solo dopo intensi preliminari, erano stati improvvisamente interrotti; alcuni presenti bussavano insistentemente alla loro porta, per notiziare che Francesca era stata colta da un malore. Quest’ultima, aveva infatti esagerato con l’alcool e, una volta svenuta, era stata soccorsa da un’ambulanza, giunta sul posto urgentemente. Pochi attimi prima, Cristian aveva già indossato il preservativo e cercava di insinuarsi all’interno della fighetta vergine di Giulia. La mia gratitudine, per quei bicchieri di troppo, era eterna. Proprio a causa di quel coito interrotto sul nascere, scaturiva tra i due una furiosa litigata, che aveva contribuito a far allontanare, in modo definitivo, Giulia dalla loro relazione. Chiusa una porta, si era aperto un portone; il mio. Avrei tanto voluto fare qualche domanda per approfondire il loro trascorso, ma non era sicuramente la circostanza più opportuna


Arrivavamo nei pressi del locale. Qui notavamo che l’esterno era gremito di gente, per lo più nostri coetanei. Non ci aspettavamo che riscuotesse così tante adesioni ma, da quel che pareva, l’inaugurazione era stata ben pubblicizzata. La novità aveva attratto un vasto numero di curiosi, con una buona percentuale di adesioni femminili.


Ci dirigevamo verso l’entrata, pedinati dagli sguardi d’invidia che il pubblico maschile mi lanciava. Comprendevo il motivo di tale cupidigia, le mie due accompagnatrici erano splendide. I loro vestitini corti avrebbero fatto impacciare anche il più facoltoso playboy. Come delle celebrità, saltavamo la fila grazie alla precedente prenotazione di un tavolo, posto nel giardino di una sala privata. Il design era accattivante; luci e arredamento moderni, con spazi ampi ben progettati.



Anche Sonia e le altre erano appena arrivate. Dopo qualche minuto, ci dava accoglienza una cameriera, che sciabolava una magnum di champagne, adornata con fiammeggianti candeline. Il clima, già esuberante, diveniva bollente con quelle bollicine. Dopo una mezz’ora, tre ragazzi si avvicinavano al nostro tavolo. Riconoscevo Gabriele, vestito in modo elegante con giacca e camicia aperta. Ignorava i presenti, dedicando continue e sfacciate occhiate alla mia fidanzata. Dopo una breve presentazione, Sonia afferrava per mano Mattia, invitando i tre siciliani, a seguirla nella pista da ballo. Notavo che Sonia parlottava complice con i ragazzi. Questi si voltavano più volte, guardando nella nostra direzione. Era chiaro che avesse appena fatto la sua mossa, programmando il suo rituale amoroso per coinvolgere Francesca.


GIULIA: Allora Fra, che te ne pare di Salvo?

FRANCESCA: Devo ammetterlo, è molto carino!

GIULIA: Che aspettiamo, andiamoci a ballare!

FRANCESCA: Ma no dai, non voglio che lasci solo Antonio per colpa mia.

GIULIA: Togli ancora delle scuse? A lui non dispiace se ti faccio da spalla. Poi ci sono Roberta e Delia a tenergli compagnia. Vero amore?

IO: Per me non è un problema, ho sempre odiato ballare! Preferisco rilassarmi e guardarvi da qui.

FRANCESCA: Sicuro? Dai, aspettiamo un altro po’, giusto il tempo di ambientarci.

GIULIA: Ma la vuoi piantare, forza andiamo, buttiamoci nella mischia!



Detto questo, Giulia abbracciava la sua amica e, prendendola per mano, la trascinava verso lo stipato gruppo. Iniziavano a muoversi in modo lento e sensuale, attirando non solo le attenzioni dei tre siciliani, ma di mezza discoteca. I loro movimenti sinuosi ingolosivano i presenti, ma solo i tre prescelti avevano la scusa per avvicinarle. Ancora una volta, Gabriele approfittava dell’alto volume per accorciare la distanza e portare la sua bocca vicino all’orecchio della mia ragazza. Anche Francesca era riuscita a rompere il ghiaccio, rideva divertita a ogni battuta che usciva dalle labbra di Salvo. Come al solito, la più esuberante era ancora una volta Sonia che, nel frattempo, aveva iniziato a limonare, senza ritegno, con il suo Mattia. Le coppie erano formate. Il ruolo di spalla, imponeva a Giulia di tenere a bada Gabriele; ma non sembrava che le dispiacesse troppo. Vedevo i loro corpi danzare, sempre più vicini. Gradualmente si spostavano verso il centro della pista, per lasciare maggiore privacy alle altre due coppiette. Mi stavo eccitando.


Intrattenevo qualche chiacchiera di circostanza con Roberta e Delia. In quel momento avrei preferito restare solo, la loro presenza era solo una distrazione dallo spettacolo che si stava palesando sulla pista da ballo. Speravo soltanto che Giulia non esagerasse. Faticavo a metterli a fuoco in quella calca di persone; li perdevo di vista e poi ricomparivano. I fumi dei liquori non supportavano la mia vista. Iniziavo, però, a vedere chiaramente le mani di Gabriele lambire i fianchi della mia fidanzata. I loro risolini divertiti mi confermavano quanto si sentissero a loro agio. Di tanto in tanto, lo sguardo di Giulia indugiava nella mia direzione; la mia principessa si accertava che avesse la mia piena attenzione.



Svanivano nuovamente, mentre anche la mia fantasia iniziava a danzare verso gli orizzonti più perversi. Avevo bisogno di qualche minuto di solitudine per gestire la mia depravazione. Liquidavo le noiose amiche e mi allontanavo con la scusa di fumare una sigaretta. Ormai alticcio, avrei davvero desiderato che si lasciasse andare con quel tale. Ero addirittura disposto a esortarla esplicitamente a un gesto estremo. L’unico dilemma, non trascurabile, era la troppa vicinanza con la nostra città; il locale era sì posto in periferia, ma era altrettanto vero, che eravamo circondati da potenziali pettegoli. Una ragazza qualunque, forse, sarebbe passata inosservata, ma non Giulia lei era fin troppo appariscente. Mentre trovavo il modo per gestire i miei ormoni, venivo sorpreso alle spalle, proprio dalla fonte dei miei desideri nonché causa delle mie paure:


GIULIA: Eccoti, che succede? Non ti ho più visto seduto al tavolo. Mi sono preoccupata, tutto a posto?

IO: Tutto benissimo tesoro! Mi sono spostato solo perché ero troppo infervorato dal tuo comportamento non proprio devoto!

GIULIA: Mhmm bene, quasi temevo ti fossi arrabbiato vedendomi strusciare il mio culetto su di lui in quel modo osceno!

IO: Questo dettaglio devo averlo perso, altrimenti mi sarei recato direttamente in bagno! Ricorda la nostra unica regola, discrezione! Ci sono anche le tue amiche qui.

GIULIA: Lo so tesoro, è solo questo il motivo per il quale non gli ho ancora messo la lingua in bocca! Mi eccita provocarlo, con te che osservi a pochi passi da noi! Ti prego, torna a sederti, senza sapere che mi guardi, non è per nulla divertente!

IO: Quanto ti amo, sei unica! Come posso essere geloso se lo fai solo per me?

GIULIA: Tu sei unico tesoro mio! Questi stolti non possono immaginare quanto sia grande il nostro amore e in che modo ci piace viverlo liberamente.



Iniziavamo a baciarci pieni di voglia e passione. Nella sua bocca, il sapore zuccherino dell’alcol, contribuiva a rendere la sua lingua ancora più gustosa. Le sue parole avevano un potere magnetico sulla mia sessualità. Riusciva a trasmettermi sicurezza, anche confidandomi di essersi appena strusciata sul cazzo di un altro uomo. Le mie mani si muovevano in automatico sul suo fondoschiena. Iniziavo a palparla senza pudore. Scoprivo il culetto, sollevando leggermente il vestitino, sicuro che qualche fortunato nelle vicinanze avrebbe apprezzato quella vista. Rapito dall’intensità di quel bacio, aprivo gli occhi, notando il gradimento di alcuni ragazzi che commentavano la scena. Solo quando esageravo e lo scoprivo del tutto, portando la gonnellina quasi all’altezza della vita, lei mi fermava:



GIULIA: Che diavolo fai! Sono ubriaca, ma non a tal punto da offrire il mio culetto nudo a tutti i presenti della discoteca! Datti una regolata!

IO: Pensavo ti piacesse passare per troietta! Non è poi così diverso da accettare il corteggiamento di uno sconosciuto, strofinandoti addirittura su di lui.

GIULIA: Hai ragione, ma io pretendo che solo i prescelti possano godere del mio erotismo e delle mie curve!

IO: Dunque lui è un prescelto?

GIULIA: Vedremo, per ora posso solo dirti che a furia di strusciarmi sul suo cazzo l’ho fatto diventare duro. Lui sapeva che avevo notato l’erezione, ma ho comunque continuato ad accarezzarlo con le mie chiappette!

IO: Ti va di replicare quello che hai fatto? Mi sono perso la parte migliore.

GIULIA: Mhmm, ti adoro quando mi provochi così. Stai sopravvalutando la mia tolleranza all’alcol, peggio per te! Ho notato una piccola sala gremita di gente, dove trasmetto solo musica techno. Raggiungici in quella sala e non farti notare. Lo trascino lì appena possibile. Prega che non ci sia nessuna nostra conoscenza.

IO: Mi sembra rischioso, so già che domani ci pentiremo. Sei una troietta, neanche due cazzi ti bastano!

GIULIA: Devi fare attenzione quando mi provochi, ricordati che i pompini, ho promesso di non farli soltanto a te…


To be continued

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