Racconto erotico: Capitolo XXVIII

“Cuckold Story”


L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 28: Eccitazione, gelosia e invidia.

GIULIA: Allora cos’hai visto?

IO: La donna più bella del mondo limonare con uno sconosciuto in discoteca.

GIULIA: Mhmm, allora ci guardavi! Temevo ti fossi perso lo spettacolo. Non ero sicura che ci avessi trovato, in quel caso sarebbe stata solo fatica sprecata. Che succede al tuo cazzo? È ancora duro! Ma non abbastanza come lo era il suo!

IO: Giu, tu sei pazza, finiremo nei casini continuando così. Devi darti una regolata.

GIULIA: Tranquillo, in quella sala c’erano solo ragazzini e Gabriele non dirà nulla a nessuno.

IO: Sul serio? Cosa ti da tutta questa sicurezza?

GIULIA: Semplice, è l’unico modo che ha per rivedermi!

IO: Già fai programmi? Dunque niente pompino?

GIULIA: Non oggi.

IO: Beh, non è la risposta che un fidanzato si aspetterebbe, ma per adesso me la faccio bastare! Mi hai fatto gelare il sangue con tutta questa imprudenza in pubblico, stavo quasi per impazzire!

GIULIA: Mhmm, che bello! Forse è per questo che le mie mutandine sono così bagnate! Quando ti abituerai alla mia follia, sarò costretta a essere ancora più pericolosa e spudorata!

IO: Impossibile fare più di così! Poi non penso che il tuo modo di fare da troietta, mi lascerà mai indifferente! Iniziavo a credere che fossi davvero nel bagno degli uomini!

GIULIA: Se fossimo stati in un’altra città, è proprio lì che mi avresti trovata! Ti garantisco che muoio dalla voglia di fargli svuotare le palle, inginocchiandomi nella squallida toilette di questa discoteca!

IO: L’ho notato, da come gli accarezzavi il cazzo, traspariva non poco il tuo desiderio di succhiarglielo!

GIULIA: Anche lui ha ceduto alla frenesia! Ero certa che ti avrebbe dato parecchio fastidio, non fai nessun commento a riguardo?

IO: Certo che mi ha dato fastidio, ero invidioso che le sue mani ti palpassero il culetto nudo. Non è un privilegio da poco! Però mi sentivo molto più geloso della sua lingua, che persisteva nella tua bocca per fin troppi minuti!



GIULIA: Tutto qui? Cavolo, ancora una volta ti sei perso la parte migliore!

IO: … Cosa … mi sarei perso? …

GIULIA: Forse dalla tua prospettiva non ci hai fatto caso. Mentre ci baciavamo, ho preso una delle mani che indugiavano sul mio culetto; l’ho accompagnata fin sotto la parte frontale del vestitino. Speravo ci arrivasse da solo, poiché dall’inizio indugiavo, per prima, sui suoi genitali; faceva il timido e avevamo poco tempo a disposizione. Gli serviva un aiuto per prendere sicurezza; penso sia appropriato dire che ho dovuto forzare un po’ la mano! A quel punto, ha capito da sé cosa doveva fare; ha scostato le mutandine per insinuarsi al loro interno. Ha trovato la mia fighetta umida e perfettamente depilata ad accoglierlo! Solo quando ha introdotto un dito all’interno mi sono allontanata. Se mi fossi fatta coinvolgere, ancora qualche secondo, da quell’invitante ditalino, sta pur certo che il pompino gliel’avrei fatto davanti a tutti!

IO: Cazzo Giu, non mi sono accorto di niente. Andiamocene in auto, o ti salto addosso qui davanti a tutti!

GIULIA: Beh, se neanche tu l’hai notato, significa che sono stata fin troppo brava! Mi piace la tua idea, voglio che abusi del mio corpo, approfittane, sono ancora un po’ brilla e fin troppo eccitata. A proposito, ho intravisto Francesca mentre uscivo. Era appartata con Salvo e conversavano di gusto. Non so se c’era già stato qualcosa tra loro, ma mi sembravano piuttosto presi. Direi che possono fare a meno della nostra presenza per un altra mezz’oretta!

IO: Penseremo dopo alle tue amiche, andiamo!


Stavamo esplodendo. Il desiderio accumulato ci guidava fin troppo lentamente all’interno della mia auto. Per tutto il percorso, non riusciamo a fare a meno di toccarci e baciarci. Giulia era stata spettacolare; pur con le dovute precauzioni, aveva azzardato non poco nell’amoreggiare con Gabriele in pubblico. In quel momento non m’importava neppure passare da cornuto agli occhi di tutta la città. Godevo della mia spietata donna; la stessa che aveva concesso ad uno sconosciuto di toccare, per primo, quella figa così liscia.


Mezz’ora di assenza era una previsione fin troppo ottimista per il nostro stato di arrapamento. Cercavo di scoparla, ma era ancora una volta la sua crudeltà a farmi desistere; mi esortava a rispettare i patti, voleva mantenersi casta e pura per il giorno seguente. Contribuiva anche l’appuntamento con Alessandro a fomentare la mia erezione, ma le uniche immagini, che ideavo nella mia mente, erano quelle attuali: il ballo sensuale, i baci sul collo, le loro lingue sciolte e quei preliminari fin troppo intimi. Finalmente sfilavo le mutandine per reclamare il mio tesoro; quella figa perfetta, soffice e vellutata era mia, la guardavo, la toccavo e la leccavo. Ero come ammaliato dal suo delicato fiorellino. Il suo nettare era prelibato e abbondante; gli umori, a causa dell’ingestibile eccitazione, erano filtrati attraverso il tessuto, irrorando addirittura l’interno coscia.


L’auto era posta nel parcheggio, sicuramente visibile e per nulla nascosta. Mentre la leccavo, percepivo due ragazzi avvicinarsi al finestrino per curiosare. Erano stati attratti dai gemiti di piacere della mia donna. Li vedevo chiaramente indugiare sul suo seno scoperto, ma non m’importava; anche Giulia sembrava trascurarli, continuando a offrire la divina visione delle sue tette nude. Gli spioni si allontanavano, mentre il suo primo orgasmo, esplodeva nella mia bocca. Giulia era ancora troppo eccitata per fermarsi. Continuavo il ditalino, mentre lei, sdraiatasi al mio fianco, mi masturbava. Venivamo contemporaneamente, mentre i sospiri di piacere univano le nostre bocche. Gli schizzi imbrattavano le sue cosce e il corto vestitino. La cosa più rivelante era che avevo pareggiato il nostro debito.



IO: Wow, stiamo diventando ninfomani! Non mi hai ancora spiegato cosa vi siete detti con Gabriele e soprattutto, perché sei così convinta che non ci sputtani?

GIULIA: Ora non mi va di chiarirti questi noiosi dettagli. Baciami, ho voglia di tornare dentro e ballare con il mio uomo!


Mentre ci ricomponevamo, altre due sagome si palesavano fuori dal veicolo. Non erano i guardoni di poco prima; Roberta e Delia, un po’ seccate, ci informavano che stavano rincasando. Aggiungevano che Sonia, dopo aver ballato con Mattia, era scomparsa; probabilmente avrebbe trascorso il resto della serata in sua compagnia. Dopo il disappunto iniziale, capivano l’origine del nostro ritardo, notando la copiosa macchia di sperma. Divertite dalle nostre incombenze fisiologiche si rilassavano, scherzando sull’ardore del nostro rapporto. Non dedicavano le stesse parole ironiche a Sonia che, a detta delle amiche, era stata fin troppo sgarbata e frivola, per nulla di compagnia per tutta la festa. Un po’ imbarazzati, ci scusavamo ancora una per l’accaduto, prima di salutarle.


Tornavamo, mano nella mano, dentro il locale. L’ambiente sembrava meno stipato che in precedenza, i primi festaioli iniziavano a fluire, non troppo ordinatamente, verso l’uscita. Il tipico pavimento appiccicoso, si era formato anche sui nuovissimi rivestimenti della discoteca, appena inaugurata. La serata era stata un successo; in particolar modo per i tre siciliani, che avevano fatto l’en plein con le ragazze del mio gruppo. Francesca, infatti, era seduta su un divanetto, mentre Salvo, con fare confidenziale, le accarezzava la nuca e gli splendidi capelli biondi; esplorava la sua bocca insinuando, completamente rapito dal bacio, la lingua al suo interno. Lei, sempre composta ed elegante, assecondava la sua dolcezza. Sembrava che i due fossero entrati in confidenza contro ogni previsione. La cara amica era finalmente riuscita a sbloccarsi, forse gettandosi alle spalle l’ombra dell’irritante ex.



Anch’io riuscivo a lasciarmi andare, improvvisando qualche passo di danza. In discoteca, non mi sentivo particolarmente a mio agio, preferendo, a quel contesto caotico, un ambiente più tranquillo e riservato. Per accontentare Giulia, di tanto in tanto, non mi dispiaceva trascorrere qualche serata più vivace. Con il nostro attuale rapporto, poteva diventare un ambiente insidioso varcare quei cancelli, come dimostrato dall’odierno sviluppo. Giulia al contrario, sembrava acquisire maggiore sicurezza sotto i riflettori; la danza era per lei terreno fertile a innescare nuove situazioni adultere. Dovevo valutare con attenzione le future celebrazioni e migliorare l’inflessibilità sui limiti imposti. Forse, in una meta distante da casa, anche potevo essere più permissivo e rilassato.


Mentre Giulia ed io ballavamo, continuavo a guardare con insistenza in direzione del nostro tavolo, dove sui divanetti, Francesca e Salvo continuavano a limonare. Non sapevo spiegare quella strana sensazione, ma era sicuro che la loro tresca m’infastidisse. Quel bacio così romantico mi suscitava un’inusuale gelosia. Perché mai dovevo essere geloso della migliore amica della mia fidanzata? Non sapevo trovare una risposta a quel quesito. Avrei dovuto provare sollievo nel vederla finalmente sciolta, nel darsi da fare in quelle lunghe effusioni, tra le braccia di un altro uomo. Invece i miei dubbi si moltiplicavano quando, una volta accortisi della nostra presenza, ci raggiungevano nella pista da ballo. Di nuovo, osservavo tormentoso la coppia appena nata; continuavano ad amoreggiare accanto a noi. Le mani di Salvo lambivano i fianchi, portandosi pericolosamente vicine ai suoi glutei; provavo sollievo quando lei in modo raffinato si scostava. Cercavo di seppellire quelle strane emozioni irrazionali e insensate quanto più in profondità.


Mancava ancora una coppia all’appello. Sonia era dispersa da oltre un’ora, ma nessuno l’aveva vista uscire dallo stabile. Quando rientrava abbracciata a Mattia, tutta scompigliata e provata, appariva lampante dove fossero stati. La squallida toilette del locale era stata il loro nido d’amore. Il trucco era colato fino agli zigomi e il rossetto era sbavato; era altrettanto evidente, dove Mattia avesse dedicato la sua sborrata. Mi eccitava pensare alla facilità con la quale riusciva a lasciarsi andare in ogni situazione, concedendosi totalmente; non l’era bastato farsi scopare al primo appuntamento, dopo pochi giorni di conoscenza, aveva offerto al siciliano anche il lusso di sborrarle la faccia. Immaginavo, con golosità, l’inferno che mi avrebbe procurato se fossi stato il suo fidanzato cornuto. Non ero sicuramente nella posizione di poter giudicare, vista l’elevata quantità di sperma che la mia ragazza aveva ingerito nell’ultima settimana. Per fortuna, se così si può definire, Giulia aveva tenuto a freno gli ormoni, evitando di esagerare. Il peggior scenario, sarebbe stato l’imbarazzo scaturito dal loro incontro in quel bagno. Le idolatravo inginocchiate, l’una di fianco all’altra, occupate a succhiare i cazzi dei rispettivi amanti. Se non ci fossero state ripercussioni, avrei pagato a peso d’oro quella viziosa scenetta.



Mancava ancora una persona all’appello; Gabriele. Era probabile che fosse in un’altra sala o che fosse già andato via. Non m’importava, era solo la nostra marionetta. Si era fatto tardi, la musica si spegneva e le luci evidenziano tutte le vergogne della serata. Il battesimo del locale mi aveva regalato un pieno di emozioni diverse, alcune delle quali inaspettate. Eccitazione, gelosia e invidia sembravano fondersi in un unico sentimento. Mentre abbandonavamo il locale, le sentivo scorrere dentro di me, notando: le tracce di sperma tra i capelli di Sonia, il bacio della buonanotte tra Francesca e Salvo e lo sguardo perplesso di Gabriele che ricambiava il saluto affettuoso e malizioso di Giulia. “Ci sentiamo presto!”.

To be continued

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