Racconto erotico: Capitolo XXXI

“Cuckold Story”


L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 31: Imprinting cuckold.

IO:

GIULIA: Non posso credere di aver vinto sul gong, dovresti vedere la tua faccia! Sapevo non saresti riuscito a trattenerti. Per tua fortuna non hai sporcato il vestito, te lo avrei fatto pulire con la lingua!

IO: Giu, ora sono serio, stavi scherzando spero?

GIULIA: Quanto diventi noioso dopo l’orgasmo. Anche se fosse. Ti darebbe così fastidio se sborrasse dentro di me?

IO: Ovvio che sì. Ti parlo apertamente adesso. Ho cercato di evitare il discorso perché temevo, che se avessi esternato le mie più profonde paure, tu ti saresti focalizzata ancora di più su di esse. Sappiamo entrambi che adori questi dispetti e soprattutto godi non poco nel torturarmi.

GIULIA: È vero lo adoro, ma non nasconderti; piace moltissimo anche a te, per questo tendo a esagerare.

IO: Mi sta bene questo, ma vorrei solo scongiurare di non eccedere; mi riferisco al privilegio che un altro uomo goda per primo di alcuni vantaggi, a me mai concessi in lunghi anni di relazione. Apprezza almeno lo sforzo immenso che ho compiuto nel togliere i preservativi dalla tua borsa.

GIULIA: Che dolce amore, mi conosci così bene! Sono in ritardissimo, ma il povero Ale aspetterà un altro po’, mi farò perdonare più tardi! Dovevi aspettare l’ultimo momento per parlarne di questa cosa?

IO: Non ho avuto molte occasioni, sono stati giorni di fuoco.

GIULIA: Va bene, sembra che per te sia importante discuterne ora. La prima paura è ovviamente la sborrata dentro, la seconda qual è?

IO: Beh, pensavo ci arrivassi, è piuttosto ovvia. Temo che si scopi il tuo culetto vergine.

GIULIA: Dai tesoro, non sono così zoccola da dargli il culo alla prima notte insieme. Avevi davvero paura che m’inculasse?

IO: Non saprei, ultimamente sei imprevedibile e impulsiva. Sono esausto e fatico a ragionare.

GIULIA: Ok, sei così in ansia che dovrò dirti la verità, anche se avrei preferito tenerti sulle spine fino a domani: non gli permetterai mai di sborrarmi dentro, senza prima parlarne con te. Ammetto però, che sarebbe stato divertente fartelo credere!

IO: Mi sento meglio adesso. Forse anche tu sei umana dopotutto!

GIULIA: Mi conosci, sai che ho sempre avuto il timore di restare incinta; ne abbiamo parlato un sacco di volte, ma ultimamente mi stavo convincendo a lasciarmi andare. Diciamo che i miei orizzonti si sono allargati; mi sono resa conto che, prendendo la pillola, le mie paure sono immotivate. Per quanto riguarda l’anale, vorrei provare anche quello, magari potrebbe piacermi. Devo ammettere che le attenzioni sul buchetto, che ho ricevuto negli ultimi giorni, non erano così spiacevoli.

IO: Lo so, ne abbiamo discusso a lungo, sei sempre stata restia ad accogliere il seme caldo. Poi, ho anche notato che hai apprezzato sia le sue dita sia la mia lingua scorrere sull’ano, fino a quel momento inavvicinabile. Proprio per questo mi faceva impazzire che fosse l’ultimo arrivato a godersi quelle magie per primo. Pensi che a breve potremmo provare queste cose insieme?

GIULIA: Visto che siamo in clima di confessioni, anch’io voglio essere onesta con te. Avevo già valutato di realizzate entrambe le situazioni nelle mie fantasie più intime. Sia l’anale che farmi venire dentro m’intrigano molto. Dopo averci riflettuto, ho deciso che una di queste due cose, le riserverò ad Alessandro. Sarai tu a scegliere quali delle due potrà godersi in anteprima. Non sarà oggi, né domani, ma succederà. Lui è stato il primo con cui abbiamo giocato ed è stato anche merito suo se a oggi ho cambiato idea, diventando molto più accomodante. Sicuramente ne arriveranno altri dopo di lui, ma credo che non ci sarà mai lo stesso feeling. Sarà il nostro riconoscimento per aver tramato alle sue spalle. Se lo merita. Ovviamente, in base alla tua scelta, chiunque sborrerà dentro, lo farà in un periodo prestabilito, dove il fiorellino non è fertile. Siamo a posto adesso? Il mio amante è giù da oltre mezz’ora, se continuo a farlo aspettare dovrò davvero dargli il culo per farmi perdonare!



IO: Che aspetti lo stronzo! Non mi sembra gli dispiaccia il nostro complotto segreto. È proprio difficile da accettare, vorrei riparlarne meglio in seguito. Almeno per adesso, non so se essere sollevato da tanta sincerità o continuare a crederti un’insensibile! Dunque le cose che hai detto prima, le hai esagerate di proposito per farmi eccitare?

GIULIA: Mi dispiace tesoro, ti avevo detto che non ti avrebbe fatto piacere sentirle! Sono tutte vere, che punizione sarebbe stata altrimenti! Certo, prima di arrivare a quelle porcate voglio farci l’amore. Abbiamo un’intera notte a disposizione per sperimentare. A quel punto, mi concentrerò nel realizzare ogni singola parola che ho pronunciato!

IO: È scioccante, hai detto delle cose davvero pesantissime. Sicura che non vuoi solo farmi rosicare per un giorno intero?

GIULIA: Se non mi credi, puoi fare una cosa per convincerti. Voglio che dia un ultimo bacio alla mia fighetta, prima di lasciarmi andare via con lui. Sarà il tuo saluto alla micetta, che tra poche ore sarà a disposizione di un altro uomo. Cerca di sentire il sapore della mia eccitazione per scoprire se ho mentito. Solo così capirai la verità su tutto quello che ho detto. Mentre la assapori, ricorda che è stretta grazie al sacrificio della tua castità e che è tutta depilata, solo per lui.



La situazione che si preannunciava era catastrofica, ma mentre scostava le mutandine, ogni cosa mi appariva più chiara. Dovevo solo continuare a fidarmi di lei e cavalcare l’onda delle sue fantasie. Solo così non sarei affogato. Immaginavo di scoprire la figa umida, ma non mi aspettavo di trovarla più bagnata del solito. Non erano menzogne, ogni sillaba era vera. Il mio unico scopo, era farla godere il più possibile, non restava che assecondarla. La salutavo con un lungo bacio, mentre respiravo i suoi feromoni fin dentro i polmoni. Pensavo a ogni sua parola e al percorso che avevamo intrapreso; dietro l’originalità della sua richiesta, visualizzavo gli albori del nostro viaggio mistico.


IO: Sei fradicia, purtroppo farai ogni cosa che hai detto. L’unica consolazione è che almeno ho ritrovato l’erezione.

GIULIA: Bravo, tieni il mio sapore con te il più possibile e non masturbarti o sarà sempre più difficile gestire la mia lontananza. Visto il tuo colore cadaverico, eviterò di limonarci sotto casa come avevo in mente di fare da stamattina. Sarebbe stato bello, andare via sottoponendoti a quest’ultima prova, ci avresti spiato impotente attraverso la finestra! Mi lasci andare ora!

IO: Fallo, non m’importa neanche dei nostri vicini, bacialo in strada! Sarà la mia punizione per il ritardo. Ti prego solo un’ultima cosa: ho bisogno del tuo aiuto. Restiamo in contatto costantemente o non credo di arrivare vivo a domani. Me lo prometti?

GIULIA: Promesso, ci avevo già pensato. A dire il vero è stato Alessandro il primo a mettere le mani avanti, chiedendomi di ritagliare alcuni spazi nella serata per chiamare Anna. Io l’ho preso un po’ in giro, ma ho chiarito che non fosse assolutamente un problema. Gli ho ricordato che anche io ho un fidanzatino geloso, che mi aspetta a casa! Ora lasciami andare, ricordati che ti amo e ti amerò per sempre, qualunque cosa succeda!

IO: Non posso che augurarti una buona scopata e di goderti ogni orgasmo. Ti amo e non esagerare troppo di sotto!


Usciva di casa. Come aveva previsto, la spiavo dal vetro della nostra finestra; la vedevo allontanarsi tutta in ghingheri, fino ad scorgere l’auto di Alessandro; la sua escort di lusso era finalmente arrivata. Apriva la portiera, per invitarla ad accomodarsi all’interno. Cercava di essere il più possibile anonimo, ma lei lo assaliva con un bacio. Non era uno di quelli brevi a stampo, lo percepivo caldo e fin troppo pungente. I loro indumenti descrivevano perfettamente il loro umore e la piega che avrebbe preso la serata. Si allontanavano.



I burrascosi avvenimenti avevamo resettato la mia voglia di uscire di casa, ma non potevo dare buca al mio amico Giovanni. Temevo anche, che i suoi studi sulla sessuologia, lo portassero a nutrire qualche sospetto riguardante la recente evoluzione del rapporto con la mia fidanzata. In fin dei conti, anche a lavoro, la mia condotta era stata piuttosto anomala e un professionista del suo calibro poteva aver notato qualche indizio. Rintanarsi, non era comunque la soluzione ideale. Per preservare il mio equilibrio mentale, dovevo continuare a combattere e gestire il vuoto che aveva appena lasciato Giulia. Confermavo l’appuntamento post cena e decidevo di continuare una ricerca, rimasta in sospeso per fin troppo tempo; dovevo capire l’origine delle mie fantasie perverse.


Prendevo il computer, mentre iniziavo a riflettere su come fossero comparsi i miei primi sintomi. All’alba della nostra felice storia d’amore, non sembravano esserci indizi; Giulia ed io avevamo avuto “l’imprinting“, quello molti aspettano per tutta vita ma che pochi hanno la fortuna di provare. C’eravamo innamorati contemporaneamente e, sin da subito, l’intesa e la passione erano state travolgenti. Da qual momento, niente era più riuscito a separarci. Per tutto il primo anno, eravamo entrambi estremamente gelosi; era sufficiente un’occhiata di troppo perché il mio testosterone attivasse i recettori della rabbia. Quelle sensazioni erano così patologiche e invadenti che, talvolta, culminavano con vere e proprie sfuriate di rabbia; non c’erano mai stati particolari pretesti per farle nascere, bastava solamente una gonna corta o una parola di troppo con un altro uomo. Guardando al presente, non c’era più nessuna similitudine con il ragazzo di allora.


Forse, era proprio quella la fase incriminata, dove qualcosa aveva iniziato mutare. Quell’idea, troppo malsana e dolorosa, di Giulia tra le braccia di un altro uomo, era qualcosa, per me, di totalmente ingestibile. In qualche modo, quelle emozioni intense dovevano essere levigate. Il mio cervello, così, iniziava a sedare il mio furore, sussurrandomi lentamente e inconsciamente, l’incantesimo per proteggermi. La mia testa sapeva che il mio amore per lei era immenso, ma valutava altresì, che quella ferocia mi avrebbe consumato. Era forse iniziato così il sortilegio che mi aveva condotto a godere del suo tradimento? Sicuramente era paradossale: ciò che maggiormente temevo, riusciva a donarmi la massima eccitazione sessuale. Era la mia droga preferita, ma questo lo avevo già capito. Grazie a quella magia, i sentimenti di gelosia venivano tradotti dal mio intelletto in impulsi sessuali. Era questa l’equazione che cercavo?



Mentre scorrevo tra le pagine web, molti articoli psicologici sembravano confermare la mia tesi. Si chiamava “cuckold”: era quello il nome delle mie perversioni. Non trovavo plausibili e veritieri, i tipici profili che spesso caratterizzavano il “cuck”: non mi identificavo in quelle sfaccettature caratteriali così insicure, sottomesse e masochiste. Il mio carattere era forte e sicuro; la mia autostima era immensa e non avevo mai sofferto di alcun problema o disfunzione sessuale. Mi trovavo perfettamente a mio agio con il mio corpo e nel mio passato, sereno e spensierato, non c’era traccia di episodi traumatici. Vivevo la mia attuale condizione in modo sano; il mio ego favoriva l’accettazione e non nutrivo alcun pregiudizio.


L’origine del mio feticismo non andava ricercato in quella direzione, perché più raffinato e mentale. Era, infatti, integralmente psicologica la sua natura, ed era ancor più evidente, che fosse sbocciato con l’evolversi di quel nostro grande amore; non poteva essere una coincidenza. Arrivavo alla conclusione, che il fulcro del mio enigma era l’umiliazione che provavo attraverso le emozioni della mia fidanzata; era quella la sorgente misteriosa che mi alimentava. L’ultimo tassello, per una corretta analisi, conduceva, infatti, al momento della condivisione delle nostre fantasie, fase fondamentale in una coppia. Era stato l’istinto a guidarmi, donandomi il coraggio necessario per l’inaspettata confessione.


Le voglie di Giulia erano compatibili ai miei desideri; lei stessa confermava di trovarle piacevoli, ammettendo di masturbarsi, spesso in mia assenza, nell’immaginare uno sconosciuto abusare di lei. In queste visioni, amava essere sottomessa, usata per il frivolo piacere materiale e quasi violentata da questo estraneo. Non le dispiaceva essere immobilizzata, mentre l’ombra alle sue spalle la seviziava. Non era semplice ricreare quella scenografia, ma la nostra creatività era infinita. Erano solo alcuni dei numerosi pezzi del puzzle che componevano la nostra segreta e complessa intimità. Giulia si dimostrava molto creativa, allestendo di volta in volta nuovi scenari dissoluti. Solo al termine di quella lunga fermentazione era arrivato Alessandro. Poteva cogliere il frutto maturo e indugiare più tempo possibile nell’assaporarlo.


Mente mi eccitavo, pensando alla mia anima gemella alle prese con un’altra delle sue fantasie, arrivava un suo messaggio. In esso erano racchiuse tutte le conoscenze del nostro rapporto depravato e la complicità estrema che lo caratterizzava:


GIULIA: Ciao amore! Ho pensato alle tue parole e ho capito quanto è difficile per te questo momento. Voglio renderti partecipe e coinvolgerti in ogni sfumatura di questo week-end! Il viaggetto è iniziato bene: Ale ringrazia per la scelta di eliminare le calze! Per poco non finivamo fuoristrada quando si è spostato dalle gambe alla fighetta! Voleva assicurarsi che fosse depilata e bagnata come richiesto! Mi sembra troppo presto per inaugurare la prima sborrata, ma penso che, prima di arrivare a destinazione, gli darò almeno qualche succhiatina mentre guida! Renderebbe il percorso più veloce e piacevole! Tu che pensi, mi autorizzi a fargli un pompino mentre è al volante?


Giulia era davvero la mia donna ideale.

To be continued

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