Racconto erotico: Capitolo XXXV

“Cuckold Story”


L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 35: Rassegnazione, accettazione e perdizione.

Volevo saggiare con i miei occhi l’apice dei loro impulsi erotici. La lussuria e la perdizione erano già impregnate nell’aria; le luci psichedeliche e i corpi sudati condivano le ultime fasi del lungo corteggiamento:


GIULIA: Ci provo, troverà bizzarra la mia richiesta, poiché lampante prova del nostro tradimento. Vediamo come la prende!


Lo stronzo non aveva motivo di rifiutare. Era Giulia a intrattenere una solida relazione di parecchi anni, mentre lui era fidanzato solo da pochi mesi. Su ogni fronte, era lei quella vulnerabile, nella posizione più delicata e compromettente, o almeno era questo che pensava Alessandro. Restavo col fiato sospeso, in attesa del riscontro visivo; ero certo che il porco avrebbe assecondato la richiesta. Aveva già dimostrato un certo apprezzamento per la fotografia, ma in questo caso, le copie sarebbero rimaste custodite solo nel telefono di Giulia. Anch’io stavo evolvendo. Non mi erano più sufficienti i minuziosi resoconti; più la mia droga entrava in circolo, più la dipendenza dei sensi si faceva intensa. Anche la vista si stava abituando all’adulterio e reclamava maggiori attenzioni.


Dopo una lunga attesa, come previsto, arrivavano i primi scatti; per Giulia non doveva essere semplice allegarmeli senza farsi scoprire. I contenuti di alcune immagini erano mossi e sfocati, altri perfettamente chiari e nitidi. Ciò che più risaltava, erano le loro lingue, che s’intrecciano vogliose in quella caotica discoteca. Seppur entrambi impegnati, in quell’ambiente notturno e lascivo, erano liberi di esprimere, senza rischi, tutto il desiderio collaterale represso. Giulia andava ben oltre la mia richiesta. Inviava addirittura un video, di oltre un minuto, nel quale, sempre con il braccio teso, eseguiva una panoramica dei baci passionali, ma non solo: durante la registrazione, Alessandro la sollevava di peso, sostenendola per i glutei, fino a sbatterla contro un muretto, dove la immobilizzava. La mia gelosia raggiungeva il picco critico, osservando l’intensità del loro amoreggiare; lui continuava a palparla e a strusciare la patta dei pantaloni, contro la fighetta nuda, simulando di scoparla. Era una scena così carica di erotismo, che mi provocava quasi un orgasmo involontario, senza neppure toccarmi. Invidiavo i clienti del locale, che potevano gustarsi tutta quell’esuberanza da più vantaggiosi punti di vista. Il video s’interrompeva proprio sul più bello, quando lui si faceva strada dall’alto del vestitino; con la solita prepotenza, insinuava una mano dentro il reggiseno, quasi scoprendo pubblicamente le tette della mia ragazza. Giulia solo a quel punto si vedeva costretta a sospendere la registrazione, nel tentativo di ricomporsi, cercando di celare i propri seni con l’altro arto, fino a quel momento occupato nella ripresa.



Presa sicuramente dalla foga e in mezzo alla calca, Giulia neanche visualizzava i miei messaggi di riconoscenza e sgomento. Violentavo quei file, analizzandone ogni frammento; mi sembrava quasi di essere lì presente ad assistere. Ad Alessandro non importava che, la mia fidanzata, in mezzo a quella pubblica piazza, potesse essere etichettata come una sgualdrina; la toccava, la leccava e la denudava a suo piacimento, senza curarsi minimamente di come, quei presenti brilli, l’avrebbero giudicata. Questo comportamento era comprensibile; in fin dei conti non era la sua compagna. Era più che legittimato a concentrarsi solo sui propri bisogni, senza curarsi minimamente di preservarla, dandola in pasto a tutti quegli occhi indiscreti. Chissà quanto lo invidiavano.


Passava mezz’ora, senza che avessi loro notizie; la mia ansia crescente era sedata da una lenta masturbazione. Iniziavo a fantasticare sui possibili sviluppi, immaginandoli, come Sonia nella sera precedente, chiusi nei bagni del locale. Combattevo la voglia di cedere all’orgasmo, consapevole che la prova più ardua non era ancora arrivata. L’adrenalina si mescolava all’angoscia, quando il mio cellulare iniziava a squillare. Era l’ultima e decisiva telefonata che Giulia mi avrebbe dedicato quella notte; rispondevo, consapevole che sarebbe stata la conversazione più critica, più lampante ma anche più eccitante:



IO: Amore mio, eri stupenda in quei fotogrammi! Ti sei superata stavolta.

GIULIA: Ehi tesoro, grazie per i tuoi complimenti! Ho preferito abbondare e mi sono improvvisata registra, sapendo quanto avresti gradito! Avrei preferito mandarteli in diretta o, ancora meglio, che ci spiassi dal vivo!

IO: Chissà quante effusioni amorose mi sono perso! Avrei voluto godermi ogni attimo della vostra serata.

GIULIA: Hai proprio ragione, ma nell’ultima parte persino tu avresti faticato a riconoscermi. Abbiamo continuato a baciarci sui divanetti, in preda all’eccitazione e senza alcun pudore. La troppa voglia di passare a un atto fisico, ci ha fatto comprendere che era arrivato il momento di lasciare la discoteca. Fuori, c’erano alcuni autisti, siamo saliti a bordo di un’auto di lusso e abbiamo chiesto di condurci all’hotel. È su quei sedili che abbiamo dato il peggio di noi. Non so se fosse colpa dell’alcol o del poco afflusso di ossigeno al cervello: abbiamo continuato a limonare, senza curarci dello chauffeur. La luce soffusa del veicolo ci donava sicurezza, in quell’habitat familiare ci sentivamo a nostro agio. Mentre lui mi molestava, ho sbottonato la patta e ho estratto il suo cazzo. Ho iniziato a masturbarlo e non soddisfatta ho iniziato il pompino. Ti dico soltanto che, così presi, non ci siamo neppure resi conto di essere arrivati a destinazione: quando ha aperto lo sportello, avevo ancora il seno nudo e il cazzo di Ale conficcato in bocca!



IO: Wow, hai perso ogni inibizione stasera, una prestazione degna della più costosa escort! Il vostro appuntamento ha regalato più emozioni del previsto, forse abbiamo addirittura superato ogni aspettativa. Manca solo l’epilogo, il vostro gran finale.

GIULIA: Già, è stato tutto molto intenso.  Appena arrivati nella hall dell’albergo, ho chiesto ad Ale qualche minuto di privacy per chiamarti. Lui ora è di sopra, che mi aspetta… sono un po’ nervosa, lo confesso. Ammetto anche, di avere una voglia matta di andare da lui e concludere degnamente questa serata; forse, è il troppo desiderio che provo a farmi sentire un po’ in colpa. Ho bisogno di alcune tue parole rassicuranti, per trovare la forza di andare in quella suite e abbandonarmi definitivamente all’eccitazione e a ogni depravazione.

IO: Mi da un po’ fastidio riconoscerlo, ma con il rendez-vous che ha organizzato, si merita anche la ciliegina sulla torta. Non devi sentirti in colpa, abbiamo organizzato tutto insieme, l’unico scopo era arrivare a questo punto. Non ti nascondo quanto sarà difficile per me quest’attesa, sapendoti persa nel godimento fisico con un altro uomo; a breve unirete i vostri corpi, nell’intimità sessuale.

GIULIA: Ripetimi quanto sei e quanto sarai geloso.

IO: Sono geloso, immensamente geloso; perché so quanto sia bello e piacevole portarti a letto. Conosco a memoria la tua sensualità e le tue movenze erotiche; il tuo corpo perfetto, tutte le emozioni che riesci a trasmettere durante il sesso. Sono geloso, perché a breve non sarò più l’unico, ad aver conosciuto tutti questi privilegi. Sono geloso, perché mi hai descritto fin troppo bene quanto lo renderai unico e speciale. So già, che non dimenticherà mai il calore della tua fighetta, il tuo sapore e i gemiti dei tuoi orgasmi.

GIULIA: Mhmm, lo sai che la stai facendo bagnare? Allora vado?

IO: Che cosa andrai a fare? Anch’io voglio sentirtelo dire…

GIULIA: Mhmm, se proprio insisti… vado a fare l’amore con un altro uomo! Mi piace troppo essere libera di dirtelo! Se non l’hai ancora capito, te lo ripeto! Ora vado da Alessandro e me lo scopo tutta la notte! Voglio strillare così forte da svegliare i nostri vicini di stanza!



Non era semplice chiudere la conversazione. La tempesta, che accompagnava quel turbinio di emozioni, era condita da fin troppi momenti di un surreale silenzio, come se il tempo e lo spazio rispettassero l’importanza di quegli istanti. Era l’ultima tappa del nostro viaggio; il traguardo finale, che avrebbe offerto la ricompensa più preziosa e allo stesso tempo più devastante. La rassegnazione e l’accettazione si palesavano nelle nostre timide parole:


IO: Non te l’ho mai confessato, ma ogni volta che usi le parole “farci l’amore” riferendoti a un altro uomo, mi provochi un fortissimo brivido che mi sconvolge l’anima!

GIULIA: Lo so amore mio, ti conosco bene ma sai che mi piace mettere il dito nella piaga! Non sei un ingenuo. Sai perfettamente quanto l’attesa e il desiderio amplificheranno le nostre emozioni. Non è una scopata occasionale con uno sconosciuto; ormai, a tutti gli effetti, è il mio amante. Non ti sarà facile accettare che capiterà altre volte di andarci a letto. Cerca di non avercela con me per questo motivo. Ti prometto una cosa: non sarà l’ultima volta che sentirai la mia bocca sussurrare queste dolci parole. “Farò l’amore”, anche con altri uomini dopo di lui.


Conoscevo la mia anima gemella meglio di chiunque altro. Quelle riflessioni erano il suo modo per rassicurarmi. Voleva farmi intendere che, nonostante il grande coinvolgimento e la forte intesa che aveva raggiunto con il suo amante, non avevo nulla di cui preoccuparmi. Mi preparava ai futuri, forse troppi, rapporti sessuali che si sarebbero susseguiti da quel momento in poi. Il significato più profondo, si nascondeva nella sua ultima frase: profetizzava il tramonto che avvolgeva le ombre di quell’adultera relazione. La sabbia nella clessidra, alla fine, si sarebbe esaurita. Le parole si levavano leggere dal mio cuore, mi veniva naturale tranquillizzarla:


IO: Voglio che ti goda, senza angoscia e paranoia, ogni singola sensazione che proverai stasera. Io ti amo così come sei. Non dovrai mai sentirti in colpa per la troppa passione o intimità che coglierai da un altro uomo, è giusto che quelle emozioni siano solo tue. Non devi vergognartene, sono più che naturali. Ho solo una richiesta: quando sarai appagata dalla fase romantica, vorrei che mi coinvolgessi nella parte più selvaggia. Potresti proporgli si farti qualche foto, col tuo telefono, mentre farete sesso. Mi piacerebbe che me le inviassi come trofeo, quando crollerete stremati e soddisfatti. Sarà il tuo primo regalo per la mia ufficiale proclamazione!



GIULIA: Va bene tesoro, anch’io vorrei un ricordo di questa prima volta. Mi sembra il minimo accontentarti, per compensare tutte le pretese di Alessandro e le mie provocanti concessioni. Cerca di dormire però, non so se riuscirò a inviartele subito. Ricordi la tua punizione? A breve sapremmo se le mie parole saranno una recita o se sarà davvero la scopata migliore della mia vita! Pensami, sei speciale e ti amo follemente!

IO: È giunto il momento, ora voglio che vada a fare l’amore con il tuo amante!

To be continued

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