Racconto erotico: Capitolo XXXVII

“Cuckold Story”


L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 37: Istinto felino.

“Mi stai già mangiando con gli occhi, ti ho davvero stupito, anche se non dici una parola; non ti aspettavi che prendessi così sul serio la tua richiesta. La composizione armonica che hai scelto è perfetta, soave e romantica; ricorda che non puoi toccarmi, devi resistere a quest’ultima tortura, prima di reclamare la tua biscottina! Desiderami intensamente, voglio sentirmi venerata. Se mi avvicino in questo modo cosa provi? So bene quanto stai faticando a reprimere la voglia del contatto fisico. Riesco a percepire la tua eccitazione, ma inizia a distrarmi quel cazzo gonfio tra le tue mutande; mi fa venire voglia di interrompere lo spogliarello, per cominciare il pompino fissandoti dritto negli occhi. Rovinerei tutto, ma almeno avresti un’ulteriore conferma di quanto mi sento zoccola stasera!”



“Sento il tuo sguardo violentarmi il culetto, mentre mi allontano lentamente; ora lascio cadere la vestaglia così puoi gustartelo meglio. Forse non lo sai, ma già mesi fa, mi ero accorta quanto ti piacesse fissarlo; ogni volta che t’incrociavo nei corridoi, sculettavo di proposito, sperando che indugiassi più tempo possibile e fantasticassi su di esso. Non implorarmi in quel modo, sei già impaziente di farlo tuo? Mi piace avere questo potere su di te. Lasciami illudere di avere il controllo, ancora qualche attimo; so bene che presto prenderai il sopravvento. A quel punto, saprò accettare il mio ruolo, sottostando alla tua mascolinità.”


Lo strip-tease spandeva l’erotismo della lussuosa suite. La danza d’amore trionfava elegante su quel sottofondo musicale, mentre i sensi dell’amante sprofondavano nella perdizione. La pantera era armoniosa nei movimenti seduttivi, ma sapeva essere rapace nel frenare ogni tentativo impaziente; si divertiva nel provocarlo, graffiando le bramose mani, ogni qual volta provavano ad avventarsi, ormai insofferenti, sul proprio manto:



“Non fare il difficile, sei tu che hai preteso questo spettacolino. Pazienta un altro po’, a breve potrai fare tutto quello che vuoi con il mio corpo. Sento le mie ginocchia tremare alla vista dei tuoi pettorali imperiosi, la voglia di accarezzarti inizia a farsi assillante. Pensandoci bene, ho imposto il limite che solo tu non possa toccarmi; ora vengo lì, vicina a te, per liberare il cazzo dalla costrizione di quei boxer. Mhmm, mi piace quando è così duro; tutto depilato sembra ancora più grosso. Ti sussurrerò solo più tardi quanto lo adoro; in quel momento, non potrò contenere i miei gemiti di piacere mentre tu continuerai ad agitarlo dentro di me. Non vedo l’ora di sentirmi piena della tua voglia d’amore.”


“Oh no, non puoi ancora palpare le mie tette, non ti basta scrutare i capezzoli attraverso la nitida stoffa? Va bene, inizi a diventare impaziente. Mi metto di spalle per agitare un altro po’ il culetto e farti apprezzare il perizomino trasparente, poi togliamo il reggiseno! Ci siano, ora mi rigiro e vengo a fare le fusa, prostrandomi ancora verso di te. Fammi sentire violata, ho bisogno delle tue attenzioni. Pretendo che indugi sul mio seno, mi eccita quando fai il porco. Stavolta, se allungherai una mano, passeranno fin troppi secondi prima che ti respinga.”



La dea continuava a levitare attorno al talamo nuziale, ondeggiando gli splendidi capelli mori che, invano, tentavano di celare l’ignudo seno. La mirabile apparizione confondeva non poco il suo amante che, sempre più impaziente, iniziava ad agitarsi. Le movenze si facevano audaci, i gesti sempre più espliciti; la geisha stava incarnando bene la propria arte. Il suo uomo era inebriato da quell’essenza afrodisiaca, sprigionata dai sensuali movimenti della chioma; era paralizzato da quel portamento erotico e attraente, ogni suo senso era stato plagiato. Lo specchio continuava a riflettere la passione delirante di quegli intensi attimi:


“Ops, la mia reattività è calata, mi sento un po’ intorpidita! Non so se te ne sei accorto, ma avevo bisogno che palpassi il mio seno. Mi hai fatto diventare i capezzoli turgidi e la mia cute è pervasa dalla pelle d’oca. Il tuo cazzo sembra averlo notato, sta per esplodere ormai; quanto è prelibato quel pezzo di carne così venoso, la cappella è diventata viola per la troppa voglia repressa. Che fai se tolgo fuori la lingua e la avvicino lentamente sul tuo membro in erezione? Mhmm, ti piace! Adoro quando sussulti perché troppo sensibile. Non importa se sborrerai dopo pochi minuti, abbiamo tutta la notte per farlo tornare di nuovo duro e ricominciare.”


“Sono ansiosa di scoprire quali sono le tue posizioni preferite, ma ancora di più, dove deciderai di eruttare il tuo sperma; sarebbe bello se mi prendessi con la forza e ti liberassi dentro di me. Anto s’incazzerebbe come una iena, ma sono sicura che mi perdonerebbe. No, non posso essere troia fino a tal punto, gli avevo promesso che avremmo aspettato. Ho lasciato a lui il peso di questa decisione. Forse sarebbe più azzeccato offrirti la verginità del mio culetto. Penso che con te riuscirei a lasciarmi andare. Non m’importa cosa sceglierà, ma uno dei due privilegi deve essere assolutamente tuo. Diventerai ancora più arrogante quando saprai tutte le sconcezze che intendo concederti. Non so perché, ma quel tuo sguardo misterioso e inquieto mi sta facendo gocciolare la fica.”


Completamente assorto e infatuato dalle movenze femminili, l’appassionato spasimante non era più in grado di nascondere il suo estremo apprezzamento. Il suo vigore si faceva troppo smanioso perché continuasse a subire passivamente il vizioso strip-tease. Aveva colto le prime avvisaglie di debolezza. Ormai, era troppo desideroso per trattenere la disobbedienza:



“Toccami ancora il culo e giuro che ti succhio il cazzo fino a farti sborrare in bocca. Sarebbe bello ingoiare tutto il piacere accumulato in questa folle giornata. No, non è di questo che ti accontenteresti, tu vuoi il mio fiorellino. È per avere la mia passerina che hai prenotato questa bellissima suite; forse, se mi metto a novanta, riesci a vedere quanto si sta bagnando per te. Mi sento la tua puttana in quest’oscena posizione e tu continui a non proferire parola. Spero che mi prenda in questa posizione, la adoro, mi fa sentire usata. Hai visto quanto è liscia? L’ho depilata solo per te. Era così che la volevi, per essere sicuro che fosse solo tua. Sono giorni che è in astinenza per un tuo capriccio. È così stratta perché l’ultima cappella che ha baciato da vicino è stata proprio la tua. Questo perizoma trasparente è la mia ultima difesa; che aspetti a prendermi con la forza? Ti starai chiedendo perché esito a sfilare via le mutandine. Forse perché mi piace essere il centro dei tuoi pensieri perversi, o forse perché temo che, appena le rimuoverò, ti scaglierai con la violenza di un toro contro di me. No, non ho coraggio di farlo. Devi essere tu a strapparmele via e reclamare ciò che sarà tuo per tutta la notte.”


“Il cuore mi batte forte. Ancora quella rovente e inarrestabile sensazione; mi sento come una cagna in calore. Finalmente ti sei alzato. Ho provato a resisterti, ma sei troppo forte perché le mie delicate braccia possano contenerti. Al contrario, i tuoi bicipiti sono così robusti e definiti. Mhmm, quanto sono sexy le vene che guarniscono i tuoi avambracci. Stringimi, stringimi forte. Ti ho offerto uno spettacolo osceno, allora perché la timidezza mi fa arrossire davanti alla tua bocca? Lasciami illudere, un’ultima volta, di avere io il potere; voglio limonare stando sopra di te. Tremo davanti ai tuoi impenetrabili occhi scuri. Bravo, ora fammi tua, gettami e immobilizzami sul letto. Chissà se adesso il mio amore mi sta pensando, quando vorrei che mi vedesse.”



Il seducente spogliarello si esauriva in un caldo e appassionato bacio. I corpi seminudi si cercavano vogliosi, ormai stremati dall’interminabile attesa. Le lenzuola si stropicciavano, mentre i protagonisti si rivoltavano desiderosi sopra le coperte. I petali di rosa riversavano al suolo; persino la cera fusa scivolava lungo la candela, non resistendo all’ardore di quelle effusioni:


“È assurdo, siamo in intimità da poco più di una settimana, ma hai già compreso come abbattere i miei freni inibitori. Attraverso i seni, avverto il tuo battito cardiaco; nell’orecchio percepisco il calore del tuo respiro. No, non ci provare… noi puoi andare giù a leccarla; non senti che è già completamente bagnata? Ti voglio qui, vicino a me. Il prossimo orgasmo lo sentirai esplodere solo quando sarai dentro. Grazie, finalmente ti sei deciso a sfilare il perizomino; è arrivato il momento di rinunciare anche alle mutandine, finalmente posso spalancarti completamente le cosce, senza impedimenti. Mhmm, eccolo sento il tuo cazzo che scivola sul clitoride; ci siamo, ho una voglia matta di fare l’amore con te. Da quando mi hai baciata la prima volta, ero sicura che saresti stato tu il secondo a portarmi a letto. Te la prendi comoda, ti piace farmi gemere e soffocarmi, infilandomi la lingua in bocca. Piace tanto anche a me, ma ora, per favore, mettilo dentro, ho bisogno che mi scopi. Mhmm, non resisto così, ti stai vendicando per poco fa? Lo sento muoversi dal clitoride alle piccole labbra, ma la tua cappella sembra non abbia intenzione di penetrare la mia vagina. Avanti, che aspetti, non senti che ho la fica in fiamme? T’imploro, fammi tua. Mhmm, forse ho capito cosa vuoi che faccia, sei davvero uno stronzo!”



GIULIA: Ti prego, mhmm, mettilo dentro.

ALESSANDRO: Non ho sentito biscottina…

GIULIA: Mhmm… ti supplico, scopami…

To be continued

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