“Cuckold Story”
L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…
Autore cucky-ita
Capitolo 32: Lo specchio temporale e il riflesso della complicità.
IO: Amore, io sto molto meglio adesso, fa sempre bene parlare con te. Rilassati, pensa a te stessa e goditi al massimo questa serata. Ovviamente è ancora troppo presto per farlo venire. Fai in modo che ti desideri in ogni istante. Dovrà impazzire con le tue continue provocazioni e mantenere la sua eccitazione sempre al culmine. Sai a cosa mi riferisco, quel tuo fascino da gattina è irresistibile! Potrà sborrare solo stanotte, quando avrà superato il limite della sopportazione. Vedrai, sarà ancora più bello quando, nella vostra stanza d’hotel, ti avrà finalmente scopata.
Il mio percorso interiore aveva offerto notevoli effetti benefici alla mia psiche. Non mi sentivo più solo. Mi sorprendevo nel leggere quanto la mia fantasia fosse comune; era alta, infatti, la percentuale di fidanzati e mariti che si abbeveravano alla mia medesima fonte. La maggior parte di loro, non aveva mai goduto della mia stessa fortuna; pochi avevano trovato il coraggio di confessare le perversioni, ancora meno erano riusciti a realizzarle. Sarebbe stato sicuramente più proficuo e scrupoloso affidare il mio viaggio spirituale alla saggia e titolata guida di Giovanni. Il nostro legame era però troppo personale per lasciarmi andare con lui. All’interno della sua tesi accademica, avevo trattato con minuzia anche il tema del tradimento e analizzato molte delle sfaccettature che lo caratterizzavano. Il suo punto di vista era profondo e per nulla discriminatorio. Durante la sua festa di laurea, avevo letto con interesse il contenuto della pubblicazione, dove non vi erano come protagonisti la vittima e il carnefice. Non limitava la sua visione al bianco e al nero, ma delineava le motivazioni, le cause, i pretesti e le conseguenze, che rendevano uniche e differenti tutte le circostanze adultere. Dopo la mia ricerca, potevo comprendere appieno il significato di quelle frasi. Con la mia nuova consapevolezza, potevo lasciarmi andare, ancora più eccitato dalle illimitate possibilità. Mi sentivo per la prima volta un privilegiato. Alla luce di queste convinzioni, decidevo di aggiungere un piccolo frammento di testo, al messaggio appena inoltrato:
IO: Comunque, non trovo sbagliata la tua idea! Ora voglio che porti la testolina vicino al suo sedile, lo tiri fuori e inizi a fargli un pompino! Una decina di succhiate, penso che possono bastare per il momento!
GIULIA: Mhmm, le vuoi proprio pesanti queste corna! Vedo con piacere che ti sei ripreso alla grande! Per favore non masturbarti, mi serve il tuo aiuto per farlo diventare matto! Per cominciare gli succhio un po’ il cazzo, ti aggiorno a breve!
Mi sentivo come rinato. Comprendevo appieno che questo mio stato d’animo era temporaneo; continuare ad assecondarlo, era la mia unica ancora di salvezza. Tutta quell’euforia era giustificata dalle numerose promesse che Giulia avrebbe sicuramente avverato, non solo nel corso della bollente nottata, ma anche nell’immediato futuro. Non volevo certo sfidare la sorte, affrettando i tempi per trovare la risposta all’impossibile quesito. Preferivo stare nell’occhio del ciclone, per continuare a godere di quella strana calma apparente. Mi sentivo motivato e volevo sfruttarla appieno. Non ero ancora pronto ad accettare che il suo amante farcisse la passerina della mia donna e tanto meno che rubasse la sua verginità anale; dovevo comunque prepararmi a rinunciare a uno dei due tesori. Ma quale? Ancora non lo sapevo, ma né io né Alessandro avremmo goduto per primi di quelle prestigiose ricompense. Nel silenzio della nostra casa, nonostante i chilometri, percepivo Giulia più vicina che mai:
GIULIA: Amore, penso di aver perso il conto almeno un paio di volte, così ho riiniziato a conteggiare da capo! Mi sento una sgualdrina a fargli una pompa mentre guida.
IO: Ho una brutta notizia tesoro, solo le troie fanno questo genere di cose! Ora voglio che svolga un altro compito che si addice al tuo ruolo. Scosta le spalline del vestito e fallo cadere giù. Poi, slaccia il reggiseno. Resta per qualche minuto a tette nude, ma non permettergli di toccarti.
GIULIA: Sei sicuro? Ci sono tre corsie in autostrada e non stiamo andando molto veloci.
IO: Non ci pensare, fallo e basta.
Ripensavo a quei ragazzi indiscreti fuori dal locale e alla mia gelosia dei primi tempi. Ero davvero cambiato. In una circostanza passata, sempre nella mia auto, mentre eravamo appartati e assorti dai preliminari, avevamo percepito degli strani rumori provenire dai cespugli. Il riflesso di una sagoma maschile sul retrovisore era inequivocabile. Furioso, ero sceso ancora nudo per scacciare il fastidioso guardone. La sola idea che avesse visto, anche un solo lembo di pelle del mio amore, mi mandava fuori dai gangheri. Cosa avrebbe pensato, il me di allora, dell’ultimo messaggio inviato? Forse neanche lui avrebbe riconosciuto quella timida e virtuosa ragazza, di cui si era perdutamente innamorato. Di sicuro, non la reputava capace di rispondermi con un messaggio così ardito:
GIULIA: Cazzo amo, questa è follia pura! L’ho fatto per davvero, ma non è stato l’unico a godersi lo spettacolo. Sono sicura che un camionista mi abbia vista per bene, dall’alto della sua postazione. Dallo specchietto, ho fatto anche la linguaccia al vecchio porco! Ma non è questo il peggio: un gruppo di ragazzi ci ha sorpassato a sinistra. Dopo aver notato la stranezza, hanno rallentato e si sono affiancati. Li vedevo sghignazzare mentre commentavano il mio seno scoperto e suonavano il clacson. Complimenti, sei riuscito a farmi passare per zoccola, spero sia soddisfatto. Ero così imbarazzata, che ho preferito coprirmi il viso con le mani piuttosto che i capezzoli. Ma che idee ti vengono!
IO: Chissà che scena! Che invidia essermela persa. Lui come ha reagito?
GIULIA: Si è incazzato, ha fatto un po’ il geloso carico di testosterone e ha accelerato per seminare quegli stupidi. Al contrario tuo, lui mi vuole tutta per sé! Dopo questa figura degradante, meriti di essere ripagato con la stessa moneta. Stiamo per arrivare in hotel, ci sentiamo tra poco.
Erano passate solo un paio d’ore dalla loro partenza e la voglia di masturbarmi aumentava. La lussuriosa chiavata era sempre più imminente. La temevo quanto la desideravo. Chissà se Giulia aveva già informato il suo amante sulla vantaggiosa opportunità di fare sesso non protetto. L’unica consolazione era l’assenza di ripercussioni cliniche. Alessandro era infatti un diligente donatore di sangue. Questa era stata una delle argomentazioni di spicco, che Giulia aveva sfruttato per cercare di convincermi e tranquillizzarmi. Non era per me molto di conforto e sicuramente non il motivo principale che guidava la mia ostinazione; il piacere che avrebbe provato il suo cazzo nudo nel scivolare infinite volte dentro la figa calda e bagnata del mio amore, era solo questo a darmi fottutamente fastidio. Era ormai troppo tardi per i rimpianti, dovevo accettare che avrebbero fatto l’amore proprio in quel modo. Mentre cucinavo la mia cena e cercavo la forza per prepararmi a uscire, arrivava la prima chiamata di Giulia. Tremavo. Non era una normale telefonata, ma una videochiamata:
IO: Eccoti amore, sei bellissima! Come va?
GIULIA: Ciao tesoro, sono in hotel! Ale è di sotto, alla reception, ha ricevuto una chiamata inopportuna da parte di Anna. Non puoi capire quanto è bella la nostra stanzetta. Ci hanno fatto trovare una bottiglia di champagne e tutte le candele accese! Ha prenotato una suite molto romantica. La vuoi vedere?
Giulia si gongolava nell’effettuare una ripresa panoramica della camera. In effetti era azzeccata per la loro luna di miele. Ero geloso e infastidito dalle lusinghe del suo amante. Arredamento caldo e raffinato, luci soffuse e vasca idromassaggio, descrivevano il clima passionale che avvolgeva quell’ambiente. I colori lussuriosi trionfavano, rivelando il chiaro scopo della loro visita. Quelle immagini, riuscivano a provocarmi uno strano stato di stupore misto ad apprensione, come se trovassi familiari quegli arredi. La mia attenzione si focalizzava su un antico specchio, dandomi la sensazione di averlo già visto da qualche parte. Era come che stessi vivendo un déjà-vu. Mi sforzavo di ricordare ma la videocamera cambiava prospettiva. Indugiava, qualche secondo in più, sul letto matrimoniale; proprio quello su cui avrebbero commesso i più scandalosi peccati e sul quale sarebbero crollati nudi e appagati. Le coperte era già disfate e alcuni petali di rosa erano sparsi sopra le lenzuola. Forse non avevano resistito al dolce richiamo di quella bramosa scenografia. Sarei rimasto deluso da una scialba sveltina prima di cena. Giulia meritava molto di più:
IO: È molto accogliente, noto che non avete perso tempo su quel materasso. Non hanno rifatto il letto o vi siete già dati da fare?
GIULIA: Eh sì, con questa bella sorpresa mi ha conquistata. Gli sono saltata in braccio e ho iniziato a baciarlo. Non ho resistito e gli ho confidato che non si sarebbero utilizzati profilattici in questa deliziosa stanza. Lui è come impazzito, mi ha gettato sul letto e ha iniziato a spogliarmi. Abbiamo continuato ad amoreggiare, mentre la sua lingua scorreva dal collo ai miei capezzoli. Ha sfilato anche le mutandine, iniziando a toccarmi; ho pensato che fosse arrivato il momento di concedermi e unire i nostri corpi.
IO: Non sono servite a molto le mie parole. Neanche una escort si fa scopare prima di cena.
GIULIA: Lo so, ti avevo promesso di aspettare, ma non riuscivo a resistergli; era dolce e voglioso, come potevo dirgli di no? Ormai sa quanto adoro i preliminari, è andato ancora più giù, tra le mie cosce, e ha iniziato a leccarla. Sotto i colpi della sua lingua, ho iniziato a godere. Il suo telefono ha iniziato a suonare, ma non si è fermato. Mi ha portato all’orgasmo in pochi minuti, mentre i miei umori continuavano a colare nella sua bocca; era certo che fossi tutta sua. Spalancavo ancora di più le gambe e lui continuava ad assaporarmi. Il cellulare continuava a strillare, ma sembrava non importargli. Si è tolto le mutande e ho visto il suo maestoso cazzo in perfetta erezione. Ero pronta ad accoglierlo. Si è sdraiato sopra di me e abbiamo continuato a limonare. Ti stai chiedendo se sei già diventato cornuto?
IO: Sì, ti prego dimmi se avete già scopato. Non resisto.
GIULIA: Che bello sentire il tremolio nella tua voce. Non sei ancora cornuto, rilassati. Alla terza insistente chiamata, gli ho chiesto di rispondere. È stato arduo per lui darmi retta, la cappella già scorreva sul clitoride e la tentazione di spingerlo dentro doveva essere intensa. Ha brontolato, indirizzando qualche maledizione ad Anna. Sono stata accomodante nel tranquillizzarlo, spiegandogli che non ci serviva una fidanzata sospettosa; di quel passo, ci avrebbe assillato per tutto il tempo, fino a rovinarci la serata. Si è alzato un po’ seccato, con ancora il cazzo in tiro, si è rivestito ed è uscito dalla stanza per richiamarla. Ora sono qui, sola soletta, ma potrebbe tornare da un momento all’altro. Se succedesse, ti attaccherei il telefono in faccia e inizierei a farci l’amore! Come ti fa sentire questo?
IO: Mi fa stare male, mi rende folle di gelosia. Non volevi il mio aiuto per completare la tua opera di seduzione?
GIULIA: Amore ma hai visto che suite ha prenotato? Se non vuoi che gli apra le gambe adesso, dovrai accettare una piccola penitenza!
IO: Ho paura quando fai così! Va bene di cosa si tratta?
GIULIA: Durante la cena, lascerò intendere che hai un cazzetto piuttosto piccolo, quasi insignificante. Mi hai umiliato con lo scherzetto di poco fa, ora tocca a te essere sminuito!
IO: Non se ne parla. Mi guarda già dall’alto in basso, non posso accettare di essere messo così in ridicolo.
GIULIA: Va bene, nessun problema. Allora inizio a spogliarmi, così quando tornerà e mi troverà già nuda e non avrà dubbi su cosa farmi.
Detto questo, lasciava cadere il vestito e toglieva il reggiseno. Si distendeva sul letto e inquadrava il misterioso specchio; venivano riflesse le immagini del suo seno nudo e della porta alle sue spalle. Alessandro poteva tornare da un momento all’altro. Trovandola in quella posizione, così invitante, non avrebbe resistito a mangiare subito quel provocante dessert. Non volevo certo passare da sfigato ai suoi occhi. Era già abbastanza umiliante sapere, nei minimi dettagli, ogni attenzione che gli avrebbe riservato la mia compagna. Era necessario accanirsi ulteriormente sulla mia virilità e fargli intendere addirittura che non la appagavo sessualmente? Ero disperato e agitato. Se in quegli attimi fosse rientrato, Giulia avrebbe interrotto la videochiamata, rendendomi impotente di fermarli. Le raffinate decorazioni dello specchio e la sua reminiscenza, mettevano ulteriormente alla prova la mia lucidità. Dovevo temporeggiare e accettare il meschino patteggiamento:
IO: Ok digli quello che ti pare, ma ora rivestiti. Non sono ancora pronto, dammi un altro po’di tempo.
GIULIA: Oh, benissimo, vedrai, sarà una cenetta deliziosa! Si sentirà ancora più uomo dopo la mia indiscrezione. Quando saprà che il suo cazzo è il doppio del tuo non ci sarà, in lui, la benché minima traccia di ansia da prestazione! Con questa aggiunta, la mia recita risulterà ancora più persuasiva. Mi rivesto, ormai starà per tornare!
IO: La metà? Dai Giu, non esagerare. Il mio cazzo non ha nulla da invidiare al suo.
GIULIA: Vero, lo so anch’io, ma non è quello che penserà lui tra poco! Con due bicchieri mi sento già brilla e non abbiamo ancora finito la bottiglia! Devo solo aspettare che faccia effetto per rendere il tutto ancora più esilarante. Tranquillo ti descriverò la sua faccia mentre lo informo sulla nostra piccola bugia! Se commenta il tuo micro pene sarai il primo a saperlo!
Mentre si rivestiva e finiva di pronunciare quelle avvilenti parole, lo specchio rivelava la brusca apertura della porta. La chiamata si interrompeva. Come in un lampo, mi tornava in mente quello strano sogno pregresso; finalmente comprendevo il flashback sul mio incubo passato.
To be continued
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