“Cuckold Story”
L’evoluzione di una giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che hanno permesso di realizzare le più nascoste e perverse fantasie…Autore cucky-ita
Capitolo 3: Sussurri.
GIULIA: Se vuoi conoscere tutti i dettagli, dovrò partire dall’inizio: per tutta la mattinata non abbiamo fatto altro che scambiarci sguardi provocatori e maliziosi. Purtroppo, a causa di alcuni ritardi per l’imminente week-end, siamo stati così sommersi dal lavoro, da non riuscire nemmeno a scambiare qualche parola. Prima di andare via, mi ha domandato se avessi voglia di un caffè. Non ci saremmo visti fino a lunedì e mi sembrava una ghiotta occasione per approfondire la nostra conoscenza. Potevamo farlo solo in un ambiente discreto, non aveva più senso rimandare. Mi sono detta, “male che vada avrò un altro motivo per far ingelosire il mio ragazzo e fargliela pagare per stamattina!”. Scherzo, in realtà avevo bisogno di risposte per fare chiarezza sulle numerose emozioni che stanno emergendo da quando abbiamo iniziato a provocarlo. Non si poteva continuare così; dovevo decidere se smettere di illuderlo oppure andare oltre. Così ho accettato e sono salita sulla sua macchina.
IO: … Interessante. Conoscendo già i risvolti, avrà iniziato subito a fare lo scemo.
GIULIA: In realtà all’inizio c’era un po’ d’imbarazzo, ma una volta seduti al bar, era praticamente scomparso. Abbiamo chiacchierato e scherzato, dimenticando di essere fidanzati. Lui è stato carino e molto dolce, ho percepito subito una certa affinità. Oltre gli inequivocabili sguardi, c’è stato qualche breve contatto fisico; mi accarezzava le mani facendo trasparire un certo interesse. Sondava le mie intenzioni osservando le movenze e il linguaggio del corpo. Era sicuro che fossi interessata. Lo credevo un tipo piuttosto materiale, invece sono stata sedotta dal suo lato tenero e gentile. Prima di lasciare il locale, ha aggiunto che non mi avrebbe mai costretto a fare niente, che io non volessi. Penso sia stato quello il momento in cui ho preso la decisione. Ho accettato la sua proposta di un giretto panoramico in auto. Ormai si capiva che eravamo lì per un motivo. Nel tragitto la tensione era molto alta, si percepiva da come ci guardavamo. Mentre guidava, ha iniziato a sfiorarmi timidamente le gambe: capendo che non avrebbe trovato resistenze ha accostato in una piazzola e mi ha baciato. Due o tre timidi bacetti a stampo, poi abbiamo iniziato a limonare… parecchio! Non so cosa mi è successo, mi sono lasciata completamente andare. Non riuscivamo più a staccarci, per quanto eravamo coinvolti! Ha continuato ad accarezzarmi mentre esplorava la mia bocca; è stato davvero molto intenso.
Ogni frase che usciva dalla sua bocca mi rimbombava dentro; prima nella testa poi nello stomaco. L’eccitazione era così intensa da mandarmi in confusione. Non ero in grado di replicare, subivo come ipnotizzato, potevo solo concentrarmi sulla sua voce. Guidato da quelle gradevoli vibrazioni, mi ritrovavo in una nuova dimensione, sigillato in una bolla. Mi sforzavo di percepire ogni sillaba ed emozione che trasmetteva il suo racconto. Osservandomi in quello stato, senza pensarci troppo, Giulia iniziava a segarmi, come per addolcire la pillola, continuando ad esporre la sua folle avventura:
GIULIA: Ci staccavamo brevemente; giusto il tempo di un sorriso e qualche tenero complimento. Eravamo sollevati da quel lieto fine. Si è trasferito sul mio sedile, voleva avermi più vicina per pomiciare meglio. Qui, ha iniziato a baciarmi sul collo e, a quel punto, ho perso completamente la testa. Sai bene che è uno dei miei punti deboli! Approfittando del mio stato lascivo, ha iniziato a palparmi ovunque, prima il culetto poi le tette. Non ero in grado di fare alcun tipo di resistenza, tanto meno volevo fermarlo. Lui si accorgeva facendosi più audace. Mi sfilava la maglietta e scostava il reggiseno. Dolcemente, percepivo la sua mano farsi strada al suo interno. Mentre continuavamo a intrecciare le nostre lingue, ha cominciato a giocare con le mie curve e a tastare i miei capezzoli. I miei gemiti lo rassicuravano facendogli prendere ulteriore coraggio. Siamo andati avanti per un bel po’ e, a un certo punto, sentivo la sua mano scorrere sul mio ventre, come a sfiorare l’ombelico, per poi andare ancora più giù.
Radunavo quel poco di lucidità rimasta. Focalizzavo meglio la scena, osservando il suo scostumato abbigliamento. Giulia indossava gli stessi abiti del mattino, con i quali si era frettolosamente allontanata, in preda all’ira; un leggero vestitino a tubino, appena attillato in vita e dei graziosi sandaletti aperti. Probabilmente, troppo presa dalla discussione, aveva scordato di indossare le calze, che spesso abbinava a quell’outfit. I suoi capelli erano raccolti a coda di cavallo da un elastico colorato. Erano davvero pochi i pezzi di stoffa che la avvolgevano in quella situazione di ardore. La mia curiosità, aveva già rivelato il suo intimo che, come sua usuale abitudine, consisteva in un perizoma. Quella complessiva visione, portava i miei impulsi ormonali oltre il picco critico. Era ovvio che indumenti così leggeri e scollati, la rendessero ancora più vulnerabile alla voglia di Alessandro. L’afa di quei giorni non aveva certo aiutato, negandole ogni difesa dalle intraprendenti mani del collega.
IO: È stata proprio la sua dolcezza e gentilezza a conquistarti! Neanche il tempo di un caffè e aveva già sciolto le sue mani per palparti ovunque. Ti ha toccato la fighetta?
GIULIA: Sì, all’inizio attraverso le mutandine. Prima però si è dedicato scrupolosamente al mio culetto, rimasto ormai del tutto scoperto. Ha scostato il perizoma e ha iniziato a massaggiarmi tra le cosce. Ero completamente fradicia e lui, con un po’di fierezza e sfacciataggine, non ha perso occasione per evidenziarlo, provocandomi non poco imbarazzo. Solo quando ha iniziato a giocare delicatamente con il clitoride, abbiamo smesso di pomiciare. A quel punto mi sono abbandonata completamente a lui, ho socchiuso gli occhi e gli ho chiesto di non fermarsi. Per tutto il ditalino, sentivo il suo sguardo fisso su di me, percepivo la sua soddisfazione quando rivelavo il mio piacere con flebili e dolci gemiti privi di controllo.
IO: Mhmm… ma quanto sei stata zoccola a concederti subito così?! Gli hai permesso anche di sgrillettarti. Ora il tuo collega potrà vantarsi di averti sfilato gli slip alla prima uscita. Continua ti prego, è riuscito a farti venire?
GIULIA: Sì, sono venuta dopo poco, in uno dei tanti baci. Ci sapeva fare, parecchio direi!
IO: Non c è la faccio più, arriva subito al sodo. Devi dirmelo… gli hai fatto un pompino?
GIULIA: Mhmm, quanto mi piace tenerti sulle spine! Chi lo sa?… Secondo te gliel’ho succhiato? Mi hai anche baciato non hai notato niente di strano?
IO: Mhmm… stronza, smettila e rispondi!
GIULIA: Purtroppo il tempo è volato e solo a quel punto ci siamo resi conto che fuori era già buio. Si era fatto davvero era tardissimo. Mentre ci ricomponevamo, morivo dalla voglia di tornare a casa e raccontarti tutto. Mi è dispiaciuto solo per il Ale; poverino, è andato via con il cazzo ancora in tiro. Non sono neanche riuscita a tirarglielo fuori, ma sentivo chiaramente che era di marmo. Si è dovuto accontentare di strusciarlo energicamente sulla mia fighetta attraverso le mutandine, mentre continuavamo a limonare, poco prima di salutarci. Voleva trasmettermi quanto fosse ancora eccitato e voglioso di avermi. Vedrai, sono sicura che ci sarà occasione per farmi perdonare!
Era troppo. Quella frase risuonava come la mia condanna a morte. Fermavo la sua mano e l’afferravo saldamente, spingendola sul letto. Facemmo l’amore come mai prima di allora. Neanche due intensi e feroci rapporti consecutivi, placavano i nostri appetiti. Ci sentivamo rinvigoriti da quella strana e intensa energia.
To be continued
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