Volume I: Capitolo IX

“Cuckold Story”


L’evoluzione della nostra giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che ci hanno condotto a realizzare le nostre più nascoste fantasie…

Autore cucky-ita

Capitolo 9: Ombre nell’oscurità.

Solo qualche istante, lo stretto necessario per percepire la forte carica di gelosia e umiliazione impregnata in quella frase: “c’era dell’altro”, ora ne ero certo!… Fremevo, il solo pensarci era sufficiente per invertire il processo di metamorfosi emotiva. Ogni sua parola si ritrasformava magicamente in un delizioso e prelibato nettare. Nonostante l’eiaculazione infatti, il cazzo tornava subito duro, voglioso di imperversare ancora una volta tra le sue mani: 


IO: Scusami, a stento ho resistito all’immagine delle tue tette nude a contatto con il suo petto. Mi sono abbandonato all’idea dei tuoi capezzoli che si inumidivano al passaggio della sua lingua. Sai quanto ne sono geloso.

GIULIA: Beh, che ti aspettavi!? Sai bene che non avrei potuto dire di no in quello stato! Poi a giudicare dalla rinnovata erezione non sembra ti sia dispiaciuto! Ma immagino sia più interessato alla parte dove sparivano anche le mutandine! Te la senti di continuare? 

IO: Si voglio sapere fino a che punto hai fatto la troia in quell’auto!

GIULIA: Mhmm bravo, io ti dico tutto ma devi promettere che poi non inizi a fare il geloso! Inizia a visualizzare il mio dolce fiorellino in balia di ogni suo sfizio!



Ero schiavo di quel ricatto e nel contempo sentivo di amarla ancora di più. Adorava continuare a punzecchiarmi, facendo un po’ la misteriosa per tenermi sulle spine; rimarcava quanto la mia posizione fosse scomoda… “quale fidanzato permetterebbe alla propria ragazza di spogliarsi integralmente nell’auto di un altro uomo?” Era quello che mi meritavo! Non avevo posto alcun veto alla situazione anzi, avevo rilanciavo, avEro schiavo di quel ricatto e nel contempo sentivo di amarla ancora di più. Adorava continuare a punzecchiarmi, facendo la misteriosa per tenermi il più possibile sulle spine; marcava fieramente, quanto la mia posizione fosse scomoda: “Quale fidanzato permetterebbe alla propria ragazza di spogliarsi integralmente nell’auto di un altro uomo?”. Era quello che mi meritavo! Non avevo posto alcun veto alla situazione anzi, avevo rilanciavo, avvallando e incoraggiando gli ultimi sviluppi. Io stesso l’avevo offerta al collega e alle sue depravazioni: ormai era fatta, lo promettevo, accettando di condividere il suo corpo, non più solo mio. Tra una parola e l’altra le nostre lingue s’incrociavano ancora; nuovi baci appassionati, quasi a voler dare lo stimolo e il coraggio per proseguire il racconto:


GIULIA: Ricordati che l’hai promesso, non puoi più lamentarti ora! Come avrai già capito le mani s’insinuavano un po’ dappertutto, anch’io ho iniziato ad accarezzargli il cazzo attraverso le mutande. Avevo voglia di sentirlo meglio, così finalmente lo liberavo dalla costrizione dei boxer. Lo afferravo e iniziavo a massaggiarlo, lasciando che il suo liquido m’inumidisse le dita. Lui sospirava e teneva gli occhi chiusi, mentre io continuavo a muovere la mano lentamente; lo sentivo diventare duro. Ho continuato a segarlo finché non ho sentito le sue dita insinuarsi tra le mutandine. Dopo averle scostante, ha trovato la mia passera completamente fradicia e, tra un bacio e l’altro, ha iniziato il ditalino. Il piacere era troppo, ho dovuto allentare la presa sul suo membro e ho iniziato a gemere come posseduta, cedendo ogni resistenza; mentre mi sgrillettava, con l’altra mano si faceva più audace usando il mio corpo a suo piacimento, prima palpeggiandomi forte il culo e poi strizzandomi i capezzoli. Io sospiravo in modo veramente indecente!

IO: Il porco si sarà proprio divertito a ridurti così, non ha di certo fatto il timido… beh, immagino ti abbia fatto venire!?



GIULIA: Si ovvio! Penetrandomi con le dita è stato facile, mi ha fatto godere, addirittura prima della scorsa volta! Lo sai, non resisto quando mi baciano sul collo e nell’orecchio! Mi ha mandato completamente in estasi, specificando quanto gradisse la mia fica così umida, solo per lui! Ha continuato ad accarezzarmi tra le gambe, vittorioso. Come giusta ricompensa, ho deciso di liberarmi anche del mio ultimo pezzo di stoffa. Il mio intimo era superfluo, ormai completamente zuppo e intriso dei miei umori. Solo in quel momento si placava, dandomi la possibilità di riprendere a respirare normalmente: ammiccava con un sorriso complice, facendomi intendere quali fossero le sue intenzioni. Avvalorava il tutto estraendo dalla tasca un preservativo. Io annuivo maliziosamente per comunicare la mia disponibilità ad assecondarlo; voleva scoparmi…


Era il momento, stavo per scoprire ogni dettaglio dell’istante in cui mi faceva cornuto; l’attimo in cui quel bastardo avrebbe penetrato il caldo fiorellino del mio amore. Avendoglielo promesso, non potevo lamentarmi di nulla. Almeno aveva portato i profilattici pensavo, preparandomi all’ormai imminente shock:



IO: Mmmh… ti prego, non ti fermare… non credevo che riuscissi a essere così puttanella con un altro cazzo!

GIULIA: Oh, si invece, bramavo quel cazzo! Che c’è, non dici nulla? Quello si voleva scopare la tua ragazza e chiamarmi puttanella è l’unica cosa che ti viene da dire? Deve farti proprio incazzare la mia voglia di darla ad un altro uomo!

IO: Sì, mi fa morire dentro così, ma ho promesso di non fare scenate. Devo accettare tutto senza discutere. Mhmm, raccontami ogni dettaglio delle porcate che avete fatto.

GIULIA: Bravo, ma per venire dovrai aspettare la fine della storia. Ti voglio completamente succube mentre ti racconto come l’ho fatto sborrare. Continuavamo a squadrarci complici e ansiosi. La mia fighetta era pronta ad accoglierlo. Non volevo pensasse che me la stessi tirando e che volessi fare la difficile. In fin dei conti, ero già in debito con lui di ben due orgasmi. Mi sono sentita una cagna quando, leccandogli l’orecchio, gli ho sussurrato che desideravo giocare ancora un po’ con il suo corpo, prima di concedermi. Volevo farlo godere, ricambiare tutto quel piacere e mostrandogli quanto anch’io fossi brava e porca! Incoraggiata dalla prima oscurità, mi sono riaccesa. Ho ripreso ad accarezzarlo, ma stavolta, dedicandomi con cura al suo uccello. Eh sì, la tua fidanzatina ha iniziato a giocare con un altro pene! Con una mano lambivo i suoi testicoli, mentre con l’altra lo agitavo su e giù. Era la prima volta che potevo soffermarmi ad ammirarlo. Sai, è messo davvero bene lì sotto! Un bel cazzo circonciso e venoso, una cappella gonfia e lucida. Come lunghezza è più o meno come il tuo ma un po’ più grosso! È stata la prima volta che ho potuto giocare con un cazzone completamente depilato! Mi piaceva sentirlo pulsare tra mie mani, avvertendo il suo crescente desiderio. Non so da quanto avevo iniziato a masturbarlo, però a un certo punto, lui ha messo una mano tra i miei capelli, iniziando ad accarezzarli. Neanche una parola, lui sospirava a difficoltà, mentre io ero sempre più eccitata. Volevo essere la migliore che Ale avesse mai provato fino a quel giorno! Tel ho detto, non volevo pensasse che fossi una santarellina! Aveva il cazzo completamente bagnato, anche le mie labbra lo erano: istintivamente, mi sono chinata verso di lui, il tanto che bastava per portarlo vicino alla mia bocca e assaggiarlo. Ho iniziato a baciarlo delicatamente, per poi leccarlo in tutta la sua lunghezza. Ho risalito l’asta soffermandomi un po’ sul filetto, ci guardavamo; lui godeva dello spettacolo, quasi a volermi supplicare di prenderlo in bocca! Continuavo a segarlo, cercando il piacere nei suoi occhi scuri, finché, dopo avergli sorriso, sono andata giù facendo sparire la sua cappella nella mia bocca. Ho dato il via al pompino, muovendomi lentamente avanti e indietro su di lui, assecondando le contrazioni della sua mano. Capivo dalla sua reazione che il servizietto era di suo gradimento, il cazzo s’induriva sempre di più; i colpi di bocca, i movimenti con la lingua, le leccate dell’asta lo eccitavano parecchio. Percepivo il suo glande gonfio intrappolato tra le mie labbra: durante il bocchino, mi aiutavo con la lingua per lambire il suo sesso e aumentare il piacere! Hai capito o no quanto impegno stavo mettendo nel succhiargli il cazzo?

IO: Gli hai fatto davvero una pompa!? Mhmm… continua a ripetermi come gli hai succhiato il cazzo!

GIULIA: Ci ho messo tutta la mia dedizione, non è facile descriverlo! Posso fare ancora di meglio, mostrarti esattamente cosa gli ho fatto!


Ansimavo ormai allo stremo delle forze. Senza neanche pensarci, divertita dalla situazione, lo prendeva in bocca; prima dolcemente poi sempre più avidamente. Nella mia testa, ogni stimolo s’imprimeva in modo indelebile; ero pienamente consapevole che lo stesso servizietto orale era stato praticato anche al suo collega… ed io, l’avevo anche baciata. Dovevo forse accorgermi del sapore di cazzo? Invece che incazzarmi, mi eccitavo ancora di più:


IO: Sto per sborrare, vengo…!


Il mio richiamo non sortiva alcuna reazione anzi, aumentava ulteriormente il ritmo: neppure dopo la prima contrazione accennava a fermarsi. L’orgasmo si riversava nella sua bocca, liberandomi dal peso delle confessioni. Giulia aspettava che mi svuotassi del tutto, leccando anche le ultime gocce di sperma. Con uno sguardo da pantera selvatica, ripuliva sapientemente il cazzo e mandava giù tutta la sborrata! Aveva davvero simulato lo stesso servizio fatto al collega?



IO: Cazzo Giu… gli hai fatto un pompino con ingoio!?


To be continued

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